Salvatore Porro scrive al Papa: “Le chiese non sono bancomat, ma la casa di Cristo”
Una lettera accorata e profonda quella inviata da Salvatore Porro, cattolico-mariano triestino, a Sua Santità Papa Leone XIV lo scorso 13 agosto 2025, nella quale l’autore esprime tutta la sua preoccupazione per l’introduzione dei Pos elettronici all’interno delle chiese.
Porro, nella missiva indirizzata alla Città del Vaticano, definisce le chiese “casa di Cristo, non bancomat”, sottolineando che i luoghi di culto non dovrebbero essere assimilati a spazi commerciali o finanziari.
“Mai avrei immaginato – scrive Porro – di trovarmi davanti ai candelieri votivi, destinati ad accogliere candele e lumini, una postazione del Pos per la raccolta delle offerte dei fedeli. La Chiesa è la casa di Cristo, non una banca”.
Nel suo testo, Porro cita anche il Vangelo di Matteo (6:3) – “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” – per ricordare che l’atto di carità deve restare intimo e discreto, non esibito o registrato elettronicamente.
Secondo l’autore, la presenza del Pos nei luoghi sacri rischia di “scristianizzare” la casa di Dio, riducendo l’offerta spirituale a un semplice gesto monetario. “Ogni atto di carità diventa visibile a tutti – scrive – privando il gesto della sua sacralità e trasformandolo in qualcosa di pubblico”.
Porro invita la Chiesa a ritornare all’autenticità della fede, a essere “Chiesa nel mondo, ma non del mondo”, richiamando i fedeli alla tradizione dei doni votivi e degli ex voto: simboli di gratitudine e fede che un tempo ornavano cappelle e monasteri.
“Le antiche chiese erano costellate di cuori d’argento e di stoffa pregiata – ricorda – mentre le nuove chiese sono spesso spoglie, prive di quei segni concreti di fede e riconoscenza”.
Nella parte finale della lettera, Porro cita anche Papa Benedetto XVI, ricordando il suo discorso alla Curia Romana del 2005 sul valore della Tradizione:
“Ciò che per le generazioni era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere giudicato dannoso”.
Infine, Porro affida la sua riflessione e la sua preghiera a Maria, Regina della Pace di Medjugorje, chiedendo la Benedizione Apostolica del Pontefice e concludendo con un tono di profonda devozione e rispetto.
“Vi affido con filiale amore alla Regina della Pace – scrive – e resto unito a Voi nella preghiera del Santo Rosario”.