Il “nasone” della Ferriera diventa futuro: dal cumulo storico alla base del nuovo molo VIII
Trieste compie un passo simbolico e concreto nella trasformazione della sua identità industriale. Nella mattinata di venerdì 21 novembre, l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro ha illustrato gli interventi di messa in sicurezza permanente dell’ex area a caldo della Ferriera di Servola, accompagnato dall’amministratrice delegata di Logistica Giuliana, Guyonne Querner. Al centro dell’attenzione, la rimozione del grande cumulo di detriti noto ai triestini come “nasone”, ora riutilizzato per realizzare la base di quello che diventerà il nuovo molo VIII, cuore della futura piattaforma logistica.
Per Scoccimarro, questo intervento è il simbolo di un modello operativo capace di unire rapidità, innovazione e sinergia tra pubblico e privato. Il grande cumulo non viene più percepito come un’eredità ingombrante, ma come una risorsa trasformata grazie a una complessa operazione di messa in sicurezza e trattamento dei materiali. Un passaggio che, secondo l’assessore, dimostra come il Friuli Venezia Giulia possa creare condizioni amministrative snelle e favorevoli agli investimenti, rendendo immediatamente operativi progetti strategici.
L’assessore ha inoltre sottolineato il ruolo centrale di Arpa Fvg, riconoscendo l’importanza del supporto tecnico e dei controlli ambientali nel processo di riconversione dell’area. La trasformazione dell’ex Ferriera si inserisce in un percorso più ampio che ha visto la chiusura definitiva dell’area a caldo e la riconversione della centrale A2A, due passaggi che per Scoccimarro rappresentano un avanzamento decisivo verso una reale decarbonizzazione del golfo di Trieste.
Il nuovo molo VIII si configura come un’infrastruttura strategica, destinata a rafforzare in modo sostanziale il ruolo del porto di Trieste come piattaforma logistica europea. Un risultato, ha ricordato l’assessore, che è possibile grazie anche al sostegno del Governo. L’obiettivo è definire un porto moderno, sostenibile e integrato con il nuovo assetto dell’area dismessa, capace di generare lavoro, competitività e attrarre nuovi investimenti senza sacrificare ambiente e salute.
La transizione, ha ribadito Scoccimarro, deve essere anche un percorso umano e sociale, e per questo ha voluto ricordare come l’intero processo di uscita dal carbone e di costruzione del nuovo polo logistico sia avvenuto senza esuberi e nel rispetto della continuità occupazionale. Una scelta definita politica, culturale ed etica, perché “la transizione non deve lasciare indietro nessuno”.
La giornata si è conclusa con una riflessione dal forte valore simbolico: Scoccimarro ha auspicato la realizzazione di un monumento dedicato ai lavoratori della Ferriera, un riconoscimento permanente per chi ha garantito per oltre un secolo sviluppo, fatica e identità industriale alla città.