Terrorismo, perquisizioni a giovanissimi tra i 13 e i 17 anni. Cisint (Lega): “Allarme rosso radicalizzazione islamica”

Terrorismo, perquisizioni a giovanissimi tra i 13 e i 17 anni. Cisint (Lega): “Allarme rosso radicalizzazione islamica”

Operazione antiterrorismo della Polizia di Stato con un dato che preoccupa in modo particolare: tra i coinvolti figurano minorenni di età compresa tra i 13 e i 17 anni. Un aspetto che, per la Lega, segna un salto di qualità nella minaccia jihadista.

“Allarme rosso – dichiara l’esponente leghista Anna Maria Cisint –. L’ennesima operazione antiterrorismo con coinvolgimento di minorenni dimostra che la radicalizzazione jihadista non è un rischio remoto o teorico. È un fatto concreto, che entra nelle nostre città, nelle scuole e perfino tra i più giovani. L’età dei ragazzi coinvolti segna un cambio di passo: la jihad non si diffonde più solo nelle periferie degradate, ma si insinua tra gli adolescenti grazie a una rete strutturata, ideologica e ben organizzata”.

Cisint richiama anche le analisi dell’intelligence francese, secondo cui i principali veicoli di radicalizzazione sono “moschee non ufficiali, scuole coraniche clandestine, social network e canali criptati”, strumenti di una “macchina ben oliata che educa all’odio per l’Occidente e al rifiuto totale dei nostri valori”.

L’esponente leghista critica duramente, in questo contesto, l’approccio della sinistra: “Invece di affrontare il nodo ideologico dell’islamismo politico, si rifugia in un multiculturalismo ipocrita e in campagne di tolleranza a senso unico. È complicità travestita da inclusione. Chi predica la Sharia e il disprezzo per libertà e uguaglianza non vuole integrarsi: vuole sostituirci”.

Per la Lega, la risposta deve essere immediata: “Serve il blocco dell’immigrazione irregolare, la revoca dei permessi di soggiorno a chi incita all’odio, la mappatura completa dei centri islamici, la tracciabilità della formazione degli Imam, il controllo dei contenuti predicati nelle moschee e la pubblicazione obbligatoria dei bilanci. Non possiamo più tollerare zone grigie in cui si predica il sovvertimento della nostra democrazia”.

La conclusione di Cisint è netta: “Gli arresti di oggi confermano quello che denunciamo da anni: siamo davanti a una penetrazione organizzata con obiettivi chiari. L’unica risposta possibile è la difesa netta della nostra identità, della nostra libertà, dei nostri valori”.