Un triestino: "Settembre malinconico, a Trieste sempre meno sole, addio alle giornate a Barcola”

Un triestino: "Settembre malinconico, a Trieste sempre meno sole, addio alle giornate a Barcola”

Un messaggio semplice, ma intriso di malinconia, arriva oggi da un triestino che si trova lontano dalla sua città. Settembre è appena iniziato, ma porta già con sé quella sensazione di perdita e rassegnazione che accompagna il passaggio dall’estate all’autunno.

“Anche oggi è iniziato settembre – scrive – e le giornate ad abbracciare il sole saranno sempre meno. Così potrò andare poco a Barcola a prendere il sole, e tutto Trieste mi appare affranto”.

Parole che sembrano un piccolo lamento del cuore, un pensiero che si aggrappa a uno dei luoghi simbolo della città, Barcola, meta di intere generazioni di triestini che qui hanno vissuto le estati tra mare e calore. Con l’arrivo dell’autunno, però, tutto cambia: le giornate si accorciano, il sole lascia spazio alle ombre, e quella luce tanto attesa nei mesi estivi si fa sempre più fugace.

Il tono è quello di chi guarda a Trieste come a una città non solo geografica, ma sentimentale: un luogo che vive dentro anche quando si è lontani. La mancanza del sole non è soltanto un dato meteorologico, ma diventa un segno del tempo che passa, del piacere che sfugge, della nostalgia che resta.

Per il triestino che ci ha scritto, la fine dell’estate significa soprattutto meno giornate a Barcola, meno momenti in cui distendersi al sole, meno possibilità di vivere quella sensazione di leggerezza che la città sa regalare. E proprio per questo, la descrizione di Trieste come “affranta” suona quasi come una fotografia collettiva: non solo un sentimento individuale, ma il riflesso di ciò che molti triestini provano quando l’estate si spegne.

Una piccola segnalazione che diventa racconto universale: la nostalgia di chi vede la bellezza svanire troppo presto e si ritrova a stringere forte il ricordo delle giornate passate tra sole, mare e Barcola.