Verona, docente di religione licenziato per aver criticato il vescovo della città
Il docente di religione al liceo Maffei di Verona, Marco Campedelli, è stato licenziato dal vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, per aver criticato le parole del vescovo in merito ad una presinta "raccomandazione" ai fedeli sui due candidati sindaci dela città veneta, Federico Sboarina e Damiano Tommasi. Come emerso sul portale di informazione cattolica Adista.it, l'indacazione rappresenterebbe "l'idea di una Chiesa clericale che, tramite i pastori, guiderebbe, in questo caso verso i pascoli di 'destra', il 'gregge' dei fedeli laici, non ritenuti evidentemente capaci di pensiero autonomo". Il portale ha inoltre ricordato che già nel 2015 Zenti sostenne esplicitamente, con nome e cognome, in una lettera ai prof di religione, Monica Lavarini, candidata nella lista civica vicina al presidente uscente Luca Zaia per le regionali in Veneto e iscritta alla Lega Nord. Sulla questione è intervenuto anche il professore licenziato che, attraverso una lettera aperta, ha commentato: "Oggi, nel 2022, c'è bisogno che il prete dica ancora alla gente cosa votare? Siamo sicuri che i laici e le laiche circa la vita, con la sua concretezza, siano meno esperti dei preti (che circa la vita in realtà sono sempre un po' in ritardo)? Perché il vescovo Zenti su certi temi nella lettera è così preciso e dettagliato: parla di 'gender', 'scuola cattolica' e su altri è così generico come 'accoglienza dello straniero'? Perché allora in questo caso non parlare di 'ius soli' o di 'ius culturae'?. Perché il vescovo Zenti ha messo così tanto zelo nel voler ostacolare e chiudere esperienze in città e in provincia particolarmente attente al dialogo con la diversità?". E ancora "Si dice che la Chiesa non sia una democrazia. E questo sarebbe un motivo sufficiente per non esprimere il proprio dissenso? I preti devono sempre obbedire?".