Caso Lilly, a Mattino Cinque nuove ombre: «Una messinscena per insabbiare l’omicidio?»
Claudio Sterpin torna a parlare in diretta nazionale. Durante la trasmissione Mattino Cinque su Canale 5 condotta da Federica Panicucci, l’attenzione si è nuovamente concentrata sul caso della morte di Liliana Resinovich, la 63enne triestina ritrovata senza vita nel parco dell’ex OPP nel gennaio 2022.
Al centro del dibattito l’intervento in diretta di Claudio Sterpin, storico amico di Liliana, che ha commentato con fermezza le recenti dichiarazioni del preparatore anatomico coinvolto nel caso, definite da lui stesso “singolari”. Secondo Sterpin, tali affermazioni potrebbero essere parte di una strategia volta a “mettere in scena un suicidio per nascondere un omicidio”.
«È tutta una messinscena, qualcuno gli ha detto cosa dire»
Alla domanda della conduttrice sul perché il tecnico legale si sia esposto solo ora, Sterpin ha ribattuto: «Bisogna chiederlo a lui. Ma è chiaro che qualcuno gli ha suggerito di dire certe cose», lasciando intendere che ci sarebbe un tentativo deliberato di spostare l’attenzione mediatica e giudiziaria. Ha anche ricordato che già a gennaio 2022 era stata rilevata la frattura a una vertebra, e che quindi l’attuale ricostruzione avanzata da Molinari — che avrebbe dichiarato di averla “sentita rompersi” durante l’autopsia — non reggerebbe: «Non si può rompere due volte», ha aggiunto Sterpin con decisione.
Il parere tecnico: «Rumore della vertebra? Una falsa percezione»
A smontare ulteriormente la versione del rumore percepito è stato il professor Fortuni, medico legale, che ha spiegato come la frattura fosse talmente minuta da non poter produrre alcun suono udibile: «È impossibile che una frattura così piccola generi un rumore percepibile durante l’autopsia. Parliamo di una falsa percezione».
L’analisi non verbale: «Dichiarazione sospetta, tempismo perfetto»
In studio è intervenuto anche Gianluca Spina, ex funzionario della Polizia di Stato ed esperto di comunicazione non verbale. Secondo Spina, l’uomo non sarebbe necessariamente “manovrato”, ma si tratterebbe di un soggetto incline a cercare attenzione: «Lo dimostrano anche i suoi comportamenti sui social. La dichiarazione arriva con un tempismo perfetto per riportare l’attenzione su una pista alternativa». Il rischio, secondo l’esperto, è che si tenti di riaprire il dubbio proprio ora che le indagini sembrano avanzare su altre direzioni, anche grazie alla seconda autopsia disposta dal giudice e affidata alla dottoressa Cristina Cattaneo.
Il punto sulle indagini
A quasi tre anni dalla scomparsa e morte di Liliana Resinovich, la Procura di Trieste prosegue con gli accertamenti. L’inchiesta è formalmente ancora aperta con l’ipotesi di reato di omicidio volontario, anche se l’assenza di un movente chiaro e di prove decisive continua a lasciare spazio a diverse ipotesi, tra cui quella — sempre più discussa in trasmissione — di un suicidio inscenato per mascherare un delitto.
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