Trieste al centro della nuova campagna LAV: “Una ricerca senza animali è possibile”
Trieste torna protagonista del dibattito nazionale sulla sperimentazione scientifica. Nel corso di un intervento a Trieste Cafe, un rappresentante nazionale della LAV (Lega Anti Vivisezione) ha presentato la nuova campagna nazionale dell’associazione, lanciata proprio dal capoluogo giuliano, per chiedere al governo e al Parlamento di rifinanziare il Fondo nazionale per la ricerca senza l’utilizzo di animali.
“Da Trieste parte oggi un appello chiaro – ha spiegato il portavoce –: vogliamo che nella prossima legge di bilancio venga previsto un finanziamento stabile di almeno 10 milioni di euro l’anno. È una cifra minima, ma fondamentale per sostenere una ricerca scientifica etica e innovativa, alternativa alla sperimentazione animale e alla vivisezione”.
Il fondo, istituito alcuni anni fa, aveva già permesso all’Istituto Superiore di Sanità e a diverse università italiane di sviluppare progetti avanzati di ricerca con metodi sostitutivi, conosciuti come NAMS (New Approach Methodologies), che consentono di sostituire l’uso di cavie con strumenti tecnologici e biologici avanzati. “Questi fondi – ha ricordato il rappresentante LAV – sono stati determinanti nel 2021 e nel 2022, ma oggi sono esauriti. È indispensabile che vengano rifinanziati, come accade in Germania, Olanda, Regno Unito e perfino negli Stati Uniti, dove la ricerca etica è ormai una realtà consolidata”.
L’obiettivo, sottolinea la LAV, non è dire solo “no” alla sperimentazione sugli animali, ma promuovere un modello scientifico diverso, sostenibile e giusto per tutti. “Non vogliamo cavie né animali né umane – ha ribadito –. Una ricerca diversa è possibile, e deve essere sostenuta anche da università come quella di Trieste, che potrebbe beneficiare direttamente di questi fondi”.
Nonostante alcuni progressi, l’Italia resta ancora molto indietro rispetto ad altri paesi europei: “La mancanza quasi totale di finanziamenti pubblici frena l’innovazione. Quando però la volontà politica c’è stata – come nel caso del divieto di test cosmetici sugli animali, imposto a livello europeo – abbiamo dimostrato che alternative valide esistono e funzionano”.
La LAV continua intanto a sostenere progetti in collaborazione con università pubbliche e l’Istituto Superiore di Sanità, finanziandoli anche grazie al 5 per mille. Il rappresentante ha inoltre ricordato che il Friuli Venezia Giulia è una delle poche regioni italiane ad aver approvato una normativa per incentivare i metodi di sperimentazione senza animali. “Ora – ha concluso – chiediamo che queste norme diventino realtà operative, non solo dichiarazioni di principio”.