Kleine Berlin, un’installazione di luci e suoni per riflettere sul concetto di confine, dall'8 all'11 giugno

TRIESTE - Le vicende di un confine tormentato come quello orientale racchiuse in un bunker della Seconda guerra mondiale e raccontate attraverso suoni, silenzi, luci e ombre. E’ l’installazione chiamata Sot Glas (unione del termine friulano sot, sotto, con la parola slovena glas, voce), che sarà visitabile dall’8 all’11 giugno nelle gallerie sotterranee di Kleine Berlin, di fronte al civico 11 di via Fabio Severo, a Trieste. Mercoledì 7 giugno c’è stata un’anteprima con autorità e stampa, a cui hanno preso parte Giorgio Rossi, assessore a Politiche della Cultura e del Turismo del Comune di Trieste, Nicoletta Romeo, direttrice del Trieste Film Festival. Il progetto è stato commissionato da Fosbury Architecture per il Padiglione Italia della diciottesima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, dove le due ideatrici, la filmmaker e regista teatrale triestina Ana Shametaj e l'artista friulana con studio a Rotterdam Giuditta Vendrame, ne hanno presentato un estratto sonoro fruibile fino a novembre 2023. Sot Glas è stato ambientato nei cinquecento metri di tunnel di Kleine Berlin con un significato ben preciso: quello di richiamare le atmosfere e le caratteristiche di un luogo oscuro come l’inconscio della storia collettiva delle comunità che hanno vissuto in questa regione di confine. «Un confine doloroso - spiegano le due artiste Shametaj e Vendrame - che allo stesso tempo divide ed è punto di contatto e di contaminazione con altre culture. Oggi la frontiera italo-slovena si manifesta per le comunità di migranti che quotidianamente in auto o a piedi lo attraversano come ultima tappa della rotta balcanica». Sot Glas affronta e interroga la nozione di confine politico guardando alla musica come a uno sconfinamento e a un paesaggio. La drammaturgia sonora reinterpreta i canti popolari transfrontalieri in chiave anti filologica, spaziando da canti di migrazione e abbandono a canti “maccheronici” (in due o più lingue), storicamente non trascritti e archiviati, in quanto considerati pratiche che eludono la costruzione dell'identità nazionale. Chi avrà modo di visitare l’installazione, quindi, potrà immergersi in tutta una serie di richiami storici, sociologici, emotivi, lasciandosi trasportare dalle sensazioni che i suoni e le luci di Sot Glas rievocheranno in loro. Un vero e proprio «labirinto fisico, linguistico e musicale» destinato a sorprendere, a colpire e soprattutto a restare nella memoria. «Abbiamo sostenuto con convinzione questo progetto - ha affermato l’assessore Rossi - innanzitutto per giocare di sponda con la Biennale di Venezia, poi perché a proporla sono due giovani artiste, e infine perché si tratta di un’idea originale, che andava alla ricerca di canti, culture e tradizioni popolari fondendoli con l’arte. Questo è il percorso che deve fare Trieste - ha aggiunto - prendendo in mano l’apertura dei confini e superare i conflitti ideologici che ancora esistono. Le nuove generazioni devono essere capaci di fare un passo in avanti andando oltre le fratture della storia e pensare in grande». Romeo ha sottolineato «la capacità delle due artiste di raccontare un mondo difficile, quello di confine, andando oltre ogni tipo di cliché e riuscendo a trasformare un luogo come Kleine Berlin in un prodotto artistico». L’installazione sarà visitabile da giovedì 8 a domenica 11 giugno, dalle 17 alle 21. L’ingresso è gratuito ma è necessaria la prenotazione al link https://www.eventbrite.it/e/biglietti-sot-glas-636384913407. Nelle giornata di sabato e domenica, il coreografo Piero Ramella proporrà un intervento performativo in cammino, da piazza della Libertà d’Italia al Passo di Bottazzo, fino al confine invisibile con la Slovenia. Il percorso proposto si tende tra due poli significativi della storia ufficiale e sotterranea, presente e passata, di Trieste in quanto luogo di frontiera, bandiera e naufragio delle narrazioni identitarie nazionali, europee e occidentali (per prenotarsi aac@alpeadriacinema.it o camminateperformativesotglas.eventbrite.it). Il progetto si è sviluppato grazie agli incubatori Kokoschka Revival, Alpe Adria Cinema - Trieste Film Festival, con la coorganizzazione del Comune di Trieste, con la collaborazione di Casa della Musica, Club Alpinistico Triestino, e con il sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia, Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, Ambasciata della Repubblica d’Albania in Italia, Creative Industries Fund NL, Inps – Fondo PSMSAD, Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali, Fondazione Pietro Pittini, Opificio Neirami. CREDITI Sot Glas Autrici Giuditta Vendrame, Ana Shametaj Incubatori Kokoschka Revival, Alpe Adria Cinema - Trieste Film Festival Luogo Trieste, Friuli-Venezia Giulia In coorganizzazione con Comune di Trieste In collaborazione con Casa della Musica, Club Alpinistico Triestino Sostenitori Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, Ambasciata della Repubblica d’Albania in Italia, Creative Industries Fund NL, INPS – Fondo PSMSAD, Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali, Fondazione Pietro Pittini, OPIFICIO NEIRAMI Produzione Kokoschka Revival Sound Design Renato Rinaldi Project Manager Irene Panzani Voci / Voices Anutis (Alba Nacinovich, Juliana Azevedo, Caterina De Biaggio, Laura Giavon), Piccolo Coro degli Amici diretto da Aglaia Merkel Bertoldi, Maryam Rashid, Ismail Swati, Stu Ledi Light Design Giulio Olivero Assistente luci Vitaly Weber Direttore tecnico Fabio Brusadin Consulenza scientifica Valter Colle, Marjeta Pisk (ZRC SAZU, Institute of Ethnomusicology), Luciano Santin, Lino Straulino Ringraziamenti Associazione Linea d’Ombra ODV, Friuli Venezia Giulia Film Commission, GO! 2025, Robida, vicino / lontano associazione culturale, Alessandro Cattunar, Francesca Colussi, Gabriele Centis, Giulio Manzin, Nicoletta Romeo, Donatella Ruttar, Diego Sussan, Danilo Traverso (Neirami), e uno speciale ringraziamento all’etichetta NOTA per “Lisica ta Fasalawa” - CD “REZIJA” NOTA CD231.