Canal Grande si tinge di verde: Trieste al centro dell’azione nazionale “Fermare l’Ecocidio”

Canal Grande si tinge di verde: Trieste al centro dell’azione nazionale “Fermare l’Ecocidio”

Trieste si è svegliata, sabato 22 novembre 2025, con una scena decisamente insolita: l’acqua del Canal Grande completamente colorata di verde acceso. Una tinta uniforme e immediatamente riconoscibile, che ha attirato l’attenzione di cittadini, curiosi e turisti presenti lungo le rive. L’azione è parte della mobilitazione nazionale di Extinction Rebellion, che ha scelto dieci città italiane per lanciare un messaggio comune, utilizzando la fluoresceina, un sale innocuo impiegato anche in ambito scientifico per monitorare i flussi idrici.

Un messaggio unico, declinato nel cuore di Trieste

Lo slogan utilizzato per l’iniziativa è apparso anche nel capoluogo giuliano: “Fermare l’Ecocidio”. Sul bordo del Canal Grande attivisti hanno esposto uno striscione con lo stesso messaggio, all’interno di un’azione coordinata che ha incluso fiumi, mari e fontane in tutta Italia.

Per Trieste, la scelta simbolica del Canal Grande è particolarmente significativa: un luogo centrale, riconoscibile e sempre molto frequentato, che ha amplificato l'effetto visivo della tinta verde e ha reso la protesta immediatamente virale in città.

Trieste come una delle dieci città coinvolte

Nel capoluogo giuliano l'acqua è stata colorata con lo stesso metodo impiegato nelle altre località coinvolte nella mobilitazione, tra cui Torino, Bologna, Milano, Parma, Taranto, Venezia, Palermo, Padova e Genova. Lo scopo dichiarato del movimento è stato quello di rendere visibile una denuncia: le “politiche ecocide” attribuite al Governo italiano e gli impatti concreti del degrado ambientale e climatico su molte aree del Paese.

La fluoresceina ha permesso di ottenere un colore estremamente vivido, senza arrecare alcun danno all’ambiente, caratteristica sottolineata dagli organizzatori.

Trieste e la riflessione sul clima dopo la COP30

La protesta nazionale è arrivata in concomitanza con la chiusura della COP30, il vertice globale sul clima svolto a Belém, in Brasile. Attraverso l’azione collettiva, il movimento ha voluto porre l'accento sul mancato accordo riguardante l’uscita dai combustibili fossili, un punto sostenuto da numerosi Paesi ma non approvato anche a causa dell’opposizione dell’Italia.

A Trieste, questo contesto internazionale è diventato improvvisamente tangibile proprio attraverso l’acqua verde del Canal Grande, che ha reso evidente e immediato il messaggio degli attivisti in una delle zone più iconiche del centro città.

Lo scenario in città tra sorpresa e attenzione pubblica

Le immagini della tinta verde si sono diffuse rapidamente, mentre sul posto numerose persone si sono fermate a fotografare e osservare l’inusuale trasformazione del canale. Non si sono registrati disagi né interventi critici sulle rive del Canal Grande, ma l’effetto della protesta ha generato un ampio dibattito cittadino, soprattutto considerando il momento particolare in cui Trieste si prepara alle festività natalizie.

L’azione ha riacceso anche in città il tema dell’urgenza climatica, non come concetto astratto ma come discussione concreta che attraversa luoghi, spazi e comunità.

Uno specchio verde sul futuro ambientale

La scelta simbolica dell’acqua — elemento essenziale e identitario di Trieste — ha amplificato il significato della mobilitazione. Attraverso questo gesto, il movimento ha voluto mostrare una possibile immagine distorta del futuro, in un contesto in cui temperature globali, inquinamento e consumo del territorio influiscono ogni giorno sul mare e sui corsi d’acqua italiani.

Il Canal Grande, colorato di verde fluorescente, è diventato così il punto visivo di un discorso più grande: quanto il clima che cambia influenzi già oggi regioni e città, incluse quelle di confine come Trieste.

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