Adolescenza e malattia: al Burlo la Scuola in Ospedale dà continuità ai ragazzi in cura
Quando un adolescente si ammala, la sfida non riguarda solo il corpo ma anche l’anima, i sogni, la crescita. È da questa consapevolezza che nasce “Non solo prima e dopo, ma durante”, il progetto promosso dalla Struttura di Oncoematologia Pediatrica dell’IRCCS materno infantile Burlo Garofolo di Trieste, che attraverso video-testimonianze e percorsi integrati di sostegno psicologico e scolastico restituisce ai giovani pazienti un orizzonte di normalità, continuità e futuro.
Le video-storie dei ragazzi, raccolte nel canale dedicato su YouTube, raccontano la forza e la resilienza di chi affronta un percorso di cura senza rinunciare a sentirsi studente, amico, persona. Un approccio che unisce cura, educazione e psicologia, valorizzando anche il fondamentale ruolo della Scuola in Ospedale (SIO) — servizio statale e gratuito che garantisce la continuità educativa dall’infanzia fino alle superiori.
La scuola come terapia dell’anima
L’adolescenza è un tempo delicato di trasformazioni fisiche e psicologiche, di ricerca d’identità e di libertà. L’impatto di una patologia oncologica in questa fase può interrompere bruscamente il percorso di crescita. Per questo la possibilità di continuare a studiare, anche durante la degenza, rappresenta un elemento clinico e psicologico essenziale: riduce l’impatto traumatico della malattia e favorisce un migliore adattamento durante e dopo le cure.
“Grazie ai progressi in ambito emato-oncologico – spiega il dottor Marco Rabusin, direttore della Struttura di Oncoematologia Pediatrica del Burlo – oggi la possibilità di guarigione per i pazienti pediatrici si attesta intorno all’80%. Un risultato dovuto non solo ai protocolli terapeutici condivisi e ai progressi diagnostici, ma anche all’attenzione crescente per la qualità della vita dei bambini e degli adolescenti in cura”.
“La scuola – aggiunge la dottoressa Laura Pomicino, psicoterapeuta dell’Oncoematologia – rappresenta un’esperienza fondamentale che dobbiamo sempre garantire ai giovani pazienti, perché dà un senso di continuità verso un futuro che arriverà.”
Un progetto che unisce clinica, psicologia e istruzione
Il progetto “Non solo prima e dopo, ma durante” risponde proprio a questa esigenza, proponendo un modello integrato tra equipe clinica, psicologi e docenti della SIO. Due gli assi principali: la centralità della persona, con percorsi personalizzati di supporto psicologico, e il coinvolgimento delle scuole d’origine, che collaborano alla costruzione di piani educativi individualizzati.
L’obiettivo è mantenere un ponte tra la vita “di prima” e quella che seguirà la guarigione, preservando il processo di crescita e il senso di continuità personale.
“È quel pezzo di normalità che si riesce a mantenere anche in ospedale – racconta Roberta Gasperini, insegnante della Scuola in Ospedale al Burlo –. Le giornate in reparto sono lunghe e i ragazzi ci aspettano. Quando vedono arrivare l’insegnante, pensano che ci sia speranza per il loro futuro. La scuola trasmette coraggio, perché sposta l’impegno non solo sulla malattia, ma anche sulla continuazione del proprio progetto di vita.”
Al Burlo, gli insegnanti appartengono all’Istituto comprensivo Dante Alighieri (per l’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado) e al Liceo Petrarca (per la secondaria di secondo grado). Ogni giorno entrano in reparto per portare un messaggio potente: anche in ospedale, la conoscenza è vita, e la scuola può diventare la più luminosa delle cure.