Agenti uccisi, l'omelia del Vescovo: «Insensata follia omicida, tutti increduli e sbigottiti»

Di seguito l'omelia che l'Arcivescovo ha pronunciato , nella chiesa della Beata Vergine del Rosario, durante la Celebrazione eucaristica in suffragio di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, gli Agenti di Polizia vittime della sparatoria presso la Questura di Trieste. Signor Sindaco, Signor Questore, distinte Autorità, fratelli e sorelle in Cristo, questa Santa Messa che doveva essere celebrata per la festa patronale della Madonna del Rosario, viene ora ad essere una Messa di suffragio per gli agenti di polizia Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, uccisi ieri, qui vicino, nella sede della Questura della nostra Città, mentre, con impegno e responsabilità, stavano svolgendo il loro dovere di garantire il bene prezioso di una convivenza ordinata e giusta. Una Messa che, tramite la nostra preghiera, vuole e deve essere un atto di affidamento al Padre celeste di Matteo e di Pierluigi, ai quali è stata tolta la vita da un'insensata follia omicida, che ha lasciato tutti increduli e sbigottiti. E il dolore, che questa Città di Trieste conosce da sempre per averlo provato tante volte lungo la sua storia, è ricomparso, acuto e lancinante, a pesare sul cuore di tutti, per la perdita di due giovani promettenti ai quali è stato rovinosamente rubato il futuro. È soprattutto il dolore dei familiari, qui presenti a questa celebrazione, che con questi figli amatissimi e cari avevano coltivato sogni e speranze; è il dolore del Sig. Questore e di tutti i colleghi di Matteo e Pierluigi che con loro avevano condiviso progetti, fatiche e paure; è il dolore di tutta la Città di Trieste che si ritrova ributtata dentro un quadro di orrore che pensava definitivamente collocato alle sue spalle; è il dolore della Chiesa di Trieste che chiede al suo Signore di salvarci e di liberarci dal male. A questo nostro dolore, carico di domande e povero di risposte, voglio aggiungere il dolore di Dio, quel Dio che, per amore nostro, fu ucciso, in un susseguirsi vorticoso di vessazioni durissime, su di una croce. È il dolore del Dio Crocifisso, è il dolore dell'Amore, è il dolore di chi ha dato tutto se stesso fino al dono della vita. Al dono della sua vita uniamo il dono della vita di Matteo e Pierluigi, al suo dolore uniamo il nostro dolore.  Alla fine, fratelli e sorelle, sarà il dolore di Dio la fonte di ogni nostra vera consolazione; sarà il suo dolore unito al nostro la forza che ci permetterà di vincere ogni disperazione; sarà il Crocifisso che porterà pace nei nostri cuori feriti e in rivolta, consentendoci di andare avanti, perché il Dio Crocifisso è Risorto ed ha vinto il male e la morte. Matteo e Pierluigi, con il sacrificio della loro vita, sono già con il Risorto e dal cielo ci stanno aiutando. A Maria, la Madre che era ai piedi della Croce del Figlio, chiediamo di restare con noi in questa ora di buio e di turbamento e di condurci, con materna tenerezza, verso la luce.

L'EPISODIO

I DUE AGENTI MORTI

FERMATI DUE DOMENICANI

IL FURTO DELLO SCOOTER

SABATO LUTTO CITTADINO

L'AUDIO DELLA POLIZIOTTA

IL CORDOGLIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA MATTARELLA

IL CORDOGLIO DEL PREMIER GIUSEPPE CONTE

IL CORDOGLIO DI MATTEO SALVINI

IL CORDOGLIO DI MASSIMILIANO FEDRIGA

Il CORDOGLIO DI LUIGI DI MAIO

IL CORDOGLIO DI DEBORA SERRACCHIANI

IL CORDOGLIO DI MITJA GIALUZ

IL CORDOGLIO DELL'ASSESSORE LORENZO GIORGI

IL CORDOGLIO DELLA CARITAS

IL CORDOGLIO DELL'UNIVERSITÀ DI TRIESTE

IL RICORDO DEI COLLEGHI ALL'ALTARE DELLA PATRIA