#SalviamoAusonia, al via la petizione online: 2 milioni di euro per il ripristino totale (VIDEO)

"Salviamo l'Ausonia". Con questo slogan il Movimento Futura ha lanciato una petizione online per il recupero dello storico stabilimento balneare triestino. L'iniziativa è stata illustrata oggi (venerdì 23 aprile) nel corso di una conferenza stampa tenuta davanti allo stabilimento balneare di Riva Traiana, 1 a Trieste nel corso della quale gli esponenti del movimento hanno denunciato la situazione della struttura dopo la mareggiata del 2019 che ha provocato il crollo del pontile della piscina e hanno invitato le Istituzioni a fare quadrato per trovare una soluzione atta a restituire alla Città e ai Triestini un bene prezioso e amatissimo, che da decenni riveste un ruolo sociale e offre un servizio utilissimo alla cittadinanza. Sono intervenuti il candidato sindaco del Movimento, Franco Bandelli, il coordinatore provinciale, Michele Sacellini, il consigliere comunale Roberto de Gioia e l'esponente del movimento Rina Anna Rusconi
La petezione online - presente sul sito www.movimentofutura.it - può esse fIrmata QUI 
 
Questo il testo completo:
 
Lo stabilimento balneare conosciuto come “BAGNO AUSONIA” di Trieste, rappresenta fin dagli anni ’30 del secolo scorso una meta tradizionale per i bagnanti triestini. Costruito fin dall’origine con una concezione avveniristica, comprendeva piscine e trampolini, oltre al solarium e alle strutture ricettive che hanno permesso per quasi un secolo di far trascorrere piacevoli giornate estive in questo luogo a migliaia di persone.
Tutto questo ha permesso di trasformare il BAGNO AUSONIA in un punto di riferimento per la socializzazione cittadina, accogliendo giovani e meno giovani che qui hanno sempre potuto ritrovarsi e crescere insieme.
Dal 2019, dopo il crollo del pontile della piscina, lo stabilimento si trova senza un pezzo della sua struttura storica. Il ripristino della stessa presuppone investimenti cospicui, impensabili per i gestori che dovrebbero occuparsi della manutenzione ma non della ricostruzione come in questo caso.
Siccome la proprietà dello stabilimento è dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, CHIEDIAMO al suo Presidente Zeno D’Agostino, (che ha sempre dimostrato una forte attenzione per il territorio) di adoperarsi per poter quanto prima ristabilire la situazione originaria.
Ridando così alla città anche quella parte di spazi che ora più che mai risultano preziosi per la socialità comune.
 
CHIEDIAMO inoltre agli enti territoriali quali Comune e Regione di adoperarsi per agevolare il ripristino di questa tradizione che da sempre è presente nei cuori dei triestini.
 
Alcuni cenni storici sul Bagno Ausonia a cura di Rina Anna Rusconi:
 
Trieste è una città storicamente famosa per avere avuto, tra le prime in Europa, degli stabilimenti balneari che iniziarono ad arredare le Rive cittadine con delle bellissime strutture in legno che venivano allestite d'estate e poi tolte. Uno dei primi stabilimenti portava un nome che era tutto un programma cioè "Bagno Maria", fino ad arrivare all'attuale struttura chiamata "Ausonia" nata negli anni '30 e frutto dell'unione di due stabilimenti preesistenti. Nel corso del tempo l'Ausonia è diventata un punto di riferimento per intere generazioni e per grandi e piccoli di ogni estrazione sociale. Frequentata anche da personaggi leggendari - tra gli altri Leonor Fini e Leo Castelli, che poi farà nascere a New York la pop art - al punto da diventare un "cult", è stata oggetto di articoli a firma Claudio Magris sul Corriere della Sera o ispirazione per un libro di racconti dal titolo "Trieste Sottosopra". Ma anche soggetto, insieme agli altri stabilimenti balneari di Trieste, di una piece teatrale a firma Dorfles , Magris, Covacich e Leonardelli andata in scena un paio di estati fa nella splendida cornice del Parco di Miramare.
E quindi rimetterla a posto, sanando le parti ora in disuso per problemi strutturali diventa non solo un recupero a favore dei cittadini - che per un bagno di sole e di mare in centro non hanno altre scelte oltre ad essa e al famoso "pedocin", ma anche un riappropriarsi della memoria popolare diventata oggetto di grande letteratura.
 
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