Porto Vecchio, concessioni da 50 anni? Adesso Trieste: “Legge ne prevede 20, progetto non approvabile”

Porto Vecchio, concessioni da 50 anni? Adesso Trieste: “Legge ne prevede 20, progetto non approvabile”

Laterza lancia l’allarme sulle concessioni a Porto Vecchio: “Incompatibilità macroscopica col decreto”
Mentre si discute sul ruolo del Comune nella gestione della linea di costa di Porto Vecchio, si riaccende il dibattito politico e normativo sul progetto di finanza promosso dal gruppo Costim, che prevede concessioni turistico-ricreative e sportive cinquantennali. A sollevare nuovamente la questione è Riccardo Laterza, capogruppo in Consiglio comunale per Adesso Trieste, che denuncia l’incoerenza tra quanto previsto nel piano e quanto stabilito dalla normativa nazionale.

Il nodo normativo: “La legge consente solo 20 anni”
Secondo quanto evidenziato da Laterza, il Decreto Legge 131/24, convertito in Legge 166/24, stabilisce chiaramente che le concessioni marittime di natura turistico-ricreativa e sportiva – come spiagge, marine e centri benesserenon possono superare la durata di 20 anni. Di conseguenza, la previsione di 50 anni indicata nella proposta approvata dalla maggioranza in Consiglio Comunale non risulterebbe compatibile con il quadro normativo vigente.

Interrogazione senza risposta all’assessore Bertoli
Laterza ricorda di aver già interrogato l’assessore Bertoli nell’ottobre 2024, insieme alla consigliera Laura Famulari, chiedendo come il Comune intendesse affrontare questa evidente anomalia. Ma, secondo quanto riferisce, non sarebbe mai arrivata alcuna risposta ufficiale, lasciando intendere che il Piano Economico Finanziario e il progetto non siano stati aggiornati alle disposizioni di legge.

“Progetto inammissibile così com’è. Servono modifiche e nuovo passaggio in aula”
Il consigliere sottolinea che il progetto, nella sua forma attuale, non può essere considerato approvabile da un punto di vista tecnico-economico, proprio per l’incompatibilità con le normative. Per questo motivo, qualora il gruppo Costim dovesse riformulare il piano per adeguarsi ai 20 anni previsti, Adesso Trieste chiede che il progetto torni in Consiglio Comunale. E questa volta – afferma Laterza – con un vero dibattito, aperto anche alle forze sociali, economiche e culturali della città.