Nuovo impianto sportivo in via Frausin, opposizione: “Garantire accesso pubblico e coinvolgimento abitanti”
La consigliera comunale Valentina Repini (Partito Democratico – Demokratska stranka) e il consigliere comunale Riccardo Laterza (Adesso Trieste – Patto per la città | Pakt za mesto) hanno presentato un’interrogazione congiunta sulla gestione futura del nuovo impianto sportivo comunale in via Frausin, chiedendo che siano garantiti uso pubblico, gratuità per le scuole e accesso aperto al quartiere di San Giacomo.
“Il nuovo impianto sportivo comunale in via Frausin rappresenta un investimento importante di risorse pubbliche– spiega Repini – e proprio per questo deve essere gestito come un vero bene comune. Non possiamo permettere che diventi uno spazio chiuso o riservato a pochi, ma deve restare a servizio delle scuole, delle associazioni e dei cittadini del rione.”
Nell’interrogazione, i consiglieri chiedono in particolare:
- se l’Amministrazione abbia già definito un modello di gestione dell’impianto;
- se verrà garantito l’uso gratuito alle scuole, in particolare a quelle in via Frausin, per le attività sportive quotidiane;
- se, in caso di affidamento a soggetti esterni, sarà comunque previsto un vincolo contrattuale che assicuri l’accesso gratuito alle scuole;
- se l’Amministrazione intenda promuovere un modello di “palestra popolare”, aperta al quartiere e alle associazioni, con modalità di accesso inclusive, trasparenti e costi calmierati o gratuiti per le fasce più fragili;
- e infine, quali forme di partecipazione pubblica saranno attivate per coinvolgere la cittadinanza nelle decisioni sul futuro della struttura.
"L’impianto sorge sull’area dell’ex edificio comunale Pavan, che per anni ha rappresentato un punto di incontro per famiglie, bambini e anziani – ricorda Laterza –. Per questo ci siamo battuti fino all'ultimo per il mantenimento di uno spazio importante di socialità e verde pubblico. Dopo la sua demolizione, è necessario perlomeno che la nuova palestra sia una struttura aperta e condivisa, anche in linea con i principi di partecipazione e inclusione richiesti anche dai progetti finanziati con fondi PNRR.”
“Il quartiere di San Giacomo ha già subito la chiusura del consultorio familiare e il ridimensionamento scolastico – aggiunge Repini. Ora serve un segnale opposto: più spazi pubblici, più sport, più comunità. La nuova palestra deve diventare un presidio di vita sociale e di benessere collettivo, non un impianto a porte chiuse.”