Il Wall of Dolls si rinnova: Trieste sceglie l’Amore per abbattere la violenza (FOTO)
Il Wall of Dolls di Trieste ha vissuto un nuovo e intenso momento di rinnovamento in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un incontro che non è stato solo commemorazione, ma soprattutto trasformazione collettiva: uno spazio emotivo e comunitario dove la parola Amore ha assunto la dimensione di una forza concreta, capace di proteggere, curare e riportare vita dove troppo spesso resta soltanto dolore.
Una sinergia che unisce service, arte e comunicazione
Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione fra Rotary International Distretto 2060, Rotaract Distretto 2060, Adei Wizo e con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Una rete ampia, costruita intrecciando linguaggi diversi — il service, l’arte, la comunicazione — con un obiettivo comune: affermare che la lotta alla violenza di genere è un impegno collettivo e senza confini.
Cento pensieri, cento voci: la città prende parola
L’installazione si è arricchita di oltre 100 frasi e pensieri donati da donne e uomini, anche di diverse nazionalità. Una coralità non scontata che restituisce il senso più profondo del Wall of Dolls: ogni bambola, ogni parola, ogni frammento di scrittura rappresenta una vita da difendere e una responsabilità da assumere.
In una cultura dominata troppo spesso dal racconto della violenza, l’iniziativa ha scelto di ribaltare la prospettiva: per vincere la violenza servono parole di cura, racconti di presenza, gesti di amore. Perché il linguaggio può ferire, ma può anche guarire.
Quando il dolore diventa espressione: danza e teatro come cura
La cerimonia è stata segnata da momenti ad alta intensità emotiva. La danzaterapeuta Emma Gasanova ha guidato una performance del gruppo DanzaSI, portando sul muro non solo movimento, ma trasformazione: un linguaggio del corpo capace di sciogliere blocchi, di accogliere ferite e di restituire spazio alla vita.
Accanto alla danza, la voce potente dell’attrice Michela Vitali ha introdotto la dimensione teatrale, offrendo un racconto profondo e quotidiano delle donne che vivono, resistono, cadono e si rialzano. Il teatro ha dato volto e presenza viva a ciò che troppo spesso resta invisibile.
Trieste rinnova il suo impegno: un gesto che parla alla città
Il rinnovamento del Wall of Dolls è stato, prima di tutto, un gesto di responsabilità sociale condivisa. Una dichiarazione corale: Trieste non dimentica, non tace, non si volta dall’altra parte.
La città ribadisce che la lotta alla violenza di genere non è una battaglia emergenziale, ma un lavoro quotidiano, fatto di cultura, educazione, ascolto. Perché ogni bambola appesa, ogni messaggio scritto, ogni testimonianza donata rappresentano una vita che merita protezione.
E perché, oggi più che mai, abbiamo bisogno di una cultura dell’Amore per sconfiggere la violenza di tutti.