Verso le amministrative 2027, «Trieste merita di più»: parte il percorso del centro-sinistra (VIDEO)

Verso le amministrative 2027, «Trieste merita di più»: parte il percorso del centro-sinistra (VIDEO)

Nella seconda parte di trasmissione, condotta da Luca Marsi, sono stati riuniti «tutti i segretari dei principali partiti di centrosinistra», quelli che in mattinata avevano presentato il «cantiere del centrosinistra dell’opposizione in vista delle prossime elezioni amministrative 2027». In collegamento ci sono Maria Luisa Paglia, segretaria cittadina del Partito Democratico, Paolo Menis, portavoce provinciale del Movimento 5 Stelle, Federico Monti, portavoce di Adesso Trieste, Paolo Altin, capogruppo di Punto Franco in Consiglio comunale, Tiziana Cimolino, segretaria regionale dei Verdi, ed Elisa Moro, segretaria provinciale di Sinistra Italiana. La trasmissione viene definita dallo stesso conduttore una «versione extra large», con sei ospiti e la prospettiva che in futuro «si aggiungano altri partiti nella coalizione».

Paglia: un percorso comune nato dal lavoro in consiglio comunale
Maria Luisa Paglia parla di «un bel percorso interessante e importante», iniziato mettendo insieme «i partiti di centrosinistra e i partiti progressisti in vista della scadenza delle amministrative del 2027». Ricorda che il punto di partenza è stato il lavoro comune in Consiglio comunale e «fuori dal consiglio comunale», con «una ferma presa di posizione di tutti questi partiti oggi qua presenti contro l’ovovia, in difesa di Porto Vecchio, contro la speculazione immobiliare, in difesa dei servizi pubblici» e, più in generale, «in difesa di una città che viene male amministrata». Paglia descrive un consiglio in cui «non c’è nessuna discussione», dove «la democrazia praticamente non esiste più» perché mozioni e interrogazioni delle opposizioni «vengono discusse, quando vengono discusse, dopo anni». Sottolinea che la collaborazione «già sperimentata, già riconosciuta» è il punto di partenza, ma che i partiti sono «disponibili a un’alleanza più ampia», con al centro «il benessere dei cittadini e delle cittadine» e un confronto non solo tra partiti, ma anche «con i comitati, le reti dei cittadini, le parti sociali e sindacali, ma anche con i singoli». Il percorso, ribadisce, deve essere «molto democratico, molto vicino alla gente» e «non sia contro qualcuno, ma sia per la città e insieme ai nostri cittadini e alle nostre cittadine».

Altin: «prima il programma», nessun nome dal cilindro
Paolo Altin ricorda che, nella conferenza stampa del mattino, molti chiedevano il nome del candidato o della candidata, ma chiarisce che «noi non abbiamo nessun coniglio da tirare fuori dal cilindro». Insiste sul fatto che vogliono dimostrare «serietà, buona volontà e impegno» e che ora si comincia «a lavorare insieme a partire da un documento su cui ci siamo trovati tutti d’accordo». Parla di un percorso «in un’ottica di dialogo, di mediazione, di confronto» e propone di passare «da una logica di protagonismo a una logica di contribuzione». Sottolinea che sono «tanti» già ora e «probabilmente saremo ancora di più» e che il punto è capire «qual è il contributo singolare che ciascuno di noi può dare e metterlo al servizio di un progetto più ampio». Più avanti, affrontando il tema dell’astensionismo, Altin parla di un processo «a medio-lungo termine» e afferma che «non basta più utilizzare i social», né il solo lavoro dei media. Secondo lui «è necessario recuperare il rapporto uno a uno con i cittadini e con gli elettori» e individua nel bilancio partecipativo uno degli strumenti per permettere ai cittadini di scegliere «come destinare una parte del bilancio del proprio comune».

Monti: un progetto serio, senza “render” e con il motto «Trieste merita di più»
Federico Monti racconta di essersi «emozionato» durante la conferenza stampa e ricorda che Adesso Trieste aveva già avuto mandato dalla propria assemblea di «procedere verso un cammino» comune con le forze progressiste per arrivare insieme alle prossime elezioni. Parla del «cantiere» come di un «progetto prima che un cantiere», «non accompagnato da nessun render» e da nessuna immagine «fantasmagorica e fantastica», ma «un progetto serio» che deve portare «a fare una proposta concreta per le triestine e per i triestini». Richiama la classifica del Sole 24 Ore e cita «indicatori parecchio negativi» che vanno «dall’ambiente, dalla raccolta differenziata, una delle ultime in Italia», alla «solitudine diffusa degli anziani», a «un indice di inflazione anche quello uno dei più alti d’Italia», fino ai «problemi abitativi, problemi del sociale e della sicurezza». Più avanti, riprendendo lo slogan «Trieste merita di più», Monti parla di una città che «sta viaggiando col freno a mano tirato», cita «lo snodo della governance del porto» e «lo sviluppo del Porto Vecchio» come questioni aperte e afferma che «abbiamo talmente tante sfide davanti» in una città dalla storia di «incontro tra culture e popoli diversi». A una domanda sulla possibilità di vittoria nel 2027, risponde che «la nostra coalizione, il nostro percorso, il nostro cammino vincerà e ci porterà a governare la città» e che questo sarà fatto «tutte e tutti quanti assieme», partendo da «un progetto comune, un programma comune» e solo alla fine individuando «la persona che meglio ci presenterà» nella figura del sindaco. Aggiunge che non è «necessario né funzionale» sperare nelle «défaillance dell’altro schieramento», ma che l’obiettivo è «proporre qualcosa di veramente nuovo per Trieste» e «avvicinare di nuovo le cittadine e i cittadini alla politica», anche attraverso strumenti come il bilancio partecipativo.

Elisa Moro: Alleanza Verdi-Sinistra e il confronto con Udine
Elisa Moro spiega che Alleanza Verdi-Sinistra è «new entry come alleanza Verdi-Sinistra, perché non c’eravamo come gruppo unito alle scorse amministrative». Afferma che «dalle prossime ci saremo» e che, pur con le differenze tra i partiti, «queste differenze le metteremo sicuramente a frutto» per creare «un programma condiviso che anche per noi è sostanzialmente la strada da percorrere». Porta l’esempio di altre città e ricorda la classifica del Sole 24 Ore: «Udine, che è a pochi chilometri da Trieste, in questo momento è in terza posizione, Trieste in diciassettesima posizione, Pordenone è scesa alla decima posizione». Sottolinea che Udine «è una città in questo momento governata da un centro-sinistra ampio ma comunque unito» e che lì «si sta implementando la qualità della vita», mentre Trieste, «da due legislazioni a comando del centro-destra», è scesa. Per lei, l’obiettivo è «metterci in gioco per questo programma» e lavorare su una formula di centro-sinistra unito.

Cimolino: ambiente, annunci e futuro della città
Tiziana Cimolino ricorda che «l’ambiente viene sempre» nominato da tutti e cita il premio ricevuto dal sindaco Di Piazza da Cisambiente di Confindustria come «sindaco migliore d’Italia». Aggiunge però: «sinceramente non so perché hanno dato questo premio e non so cosa significa questo premio», richiamando la situazione ambientale di Trieste, le «isole di calore» e l’ovovia come «scelte un po’ scellerate e un po’ buttate». Parla di «politica dell’annuncio» sul recupero di spazi come la fiera e le caserme dismesse e sostiene che «alla fine quello che viene fatto per la tutela ambientale e per il sociale» è molto meno di quanto comunicato. Afferma di essere «contenta di poter far parte come Verdi» di questo percorso, anche grazie all’alleanza con Sinistra Italiana, e che l’obiettivo è «dare per Trieste un futuro migliore». Cita temi come le «100 navi» in porto, «l’elettrificazione delle banchine» e «tantissimi» altri argomenti da affrontare. Riprendendo le esperienze di altre elezioni, osserva che «laddove ci si presenta insieme, compatti, con molte spigolature che è naturale avere, però naturalmente insieme, questo è qualcosa in più», qualcosa che «moltiplica le possibilità» di andare al governo di una città.

Menis e il Movimento 5 Stelle: cantieri infiniti, risorse pubbliche e sicurezza
Paolo Menis ricorda, riprendendo quanto detto in conferenza stampa, «i cantieri infiniti e i lavori rifatti più volte, gli sprechi di risorse pubbliche, il patrimonio pubblico abbandonato e svenduto». Sottolinea che il fatto di essere partiti «con largo anticipo» rispetto alle comunali 2027 dimostra «una volontà più forte» di elaborare un «programma elettorale comune» e di non arrivare «all’ultimo momento». Individua tra i temi centrali «prima di tutto la sicurezza», perché «è un aspetto che al di là delle parole il centro-destra non ha affrontato nel modo corretto» e che «tanti cittadini ci sottopongono». Altra priorità è che le risorse pubbliche siano destinate a «opere pubbliche utili e non fantasie o cose che non servono alla città come l’ovovia».

Giovani, linguaggio e coerenza: come riportarli al voto
Rispondendo a una domanda sui giovani, Elisa Moro spiega che qui a Trieste Alleanza Verdi-Sinistra ha «un alto numero di giovani iscritti» e che «c’è un interesse» per la politica. Secondo lei, è importante «avere un linguaggio consono anche ai giovani» per avvicinarli alla partecipazione e non solo al voto. Parla di un target «molto pratico e molto concreto» e sostiene che serve «un canale comunicativo che parla direttamente, in maniera chiara, senza troppi giri di parole». Aggiunge che l’unico modo per far crescere la fiducia è «dare un buon esempio di politica», essere «coerenti con quanto diciamo» in campagna elettorale e mantenere le promesse una volta eletti.

Paglia: far parlare i giovani e trattenere le competenze in città
In chiusura, Maria Luisa Paglia torna sul tema dei giovani e sostiene che «il modo di parlare e di attirare i giovani non è solo parlare dei giovani, ma è far parlare i giovani», perché «i giovani parlano con i giovani con un linguaggio diverso» ed esprimono meglio le esigenze di chi vive quelle condizioni ogni giorno. Richiama la necessità di «trattenere i nostri giovani che si formano e studiano sul nostro territorio e poi per evidenti problemi economici vanno via» perché non trovano «un riscontro all’investimento che hanno fatto sulla loro professionalità». Cita contratti a tempo determinato, retribuzioni non adeguate e afferma che «noi abbiamo il dovere di trattenere queste intelligenze che nascono qui» e «di attrarne altre», ricordando Trieste come «città che può essere polo di incontro per la sua università e per il mondo della ricerca». Avverte sul rischio di una «turistificazione» della città, che «sta perdendo l’identità» e si sta trasformando «in un luogo dove possono vivere bene i turisti», senza creare «lavoro qualificato» e investimenti durevoli. Conclude parlando di «un percorso veramente intenso, appassionante, serio», basato su «unità e responsabilità» che «ci chiedono tutti gli iscritti delle nostre forze politiche» e anche «i cittadini comuni».

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