Addio a Loretta, la voce che ha fatto ridere Trieste per oltre trent’anni con la Witz Orchestra
La notizia della scomparsa di Loretta colpisce profondamente il cuore di Trieste. Con la sua presenza scenica, la sua energia travolgente e quel talento unico che univa ironia, eleganza e calore umano, Loretta è stata per decenni una delle colonne portanti della Triestinità. Insieme alla sua Witz Orchestra ha costruito un linguaggio artistico riconoscibile, mescolando la tradizione della musica comica italiana a un cabaret fine e ricercato, capace di arrivare al pubblico con sincerità, stile e una professionalità rara.
Una voce splendida che resterà nella memoria collettiva
La sua voce, splendida e inconfondibile, è stata parte dell’identità culturale della città. Non era soltanto tecnica o bravura: era personalità, era cuore, era la capacità di trasformare un palco in un luogo familiare. Loretta aveva quel dono raro di tenere insieme leggerezza e profondità, divertimento e sentimento, riuscendo sempre a lasciare un segno autentico in chi la ascoltava. Trieste l’ha amata perché era vera, perché portava sul palco l’anima della città senza artifici, con una naturalezza che oggi diventa ricordo prezioso.
Un legame indissolubile con la Sagra de la Sardela
Per oltre trent’anni Loretta ha rappresentato una parte indispensabile di Trieste in Festa – Sagra de la Sardela, accompagnando generazioni di triestini tra canzoni, risate, tradizioni e momenti condivisi. Da Roiano alle Rive, dall’ippodromo a Campanelle, il suo nome si intreccia con la storia di un evento che negli anni è diventato luogo d’incontro, appartenenza e memoria collettiva. Il suo contributo non è stato solo artistico, ma umano: un filo continuo che ha unito passato e presente con generosità.
Un abbraccio a chi l’ha amata e accompagnata sul palco
Il pensiero affettuoso va oggi a Tony e Fabio, compagni di viaggio e di scena. Insieme hanno dato forma a una stagione culturale che Trieste ricorderà per sempre, fatta di musica, passione e un sentimento autentico verso il pubblico. Nel dolore della perdita resta la gratitudine per ciò che Loretta ha donato, per l’impronta che ha lasciato e per il sorriso che riusciva a portare anche nei giorni più comuni.
Loretta resta nella città che ha amato
Oggi Trieste perde una voce, ma non perde il suo ricordo. Nelle foto, nelle note, nei palchi che l’hanno vista illuminare serate intere, resta l’eredità di un’artista che ha saputo dare tanto e che continuerà a vivere negli applausi di chi l’ha accompagnata per oltre tre decenni. Trieste la saluta con rispetto, con commozione e con la certezza che certe presenze non se ne vanno davvero: continuano a risuonare, come una canzone che non si dimentica.
Le parole di Lorenzo Giorgi
Lorenzo Giorgi, patron della Sagra de la Sardela, ricorda con profonda emozione il lungo percorso condiviso con l’artista, iniziato nei primi anni Novanta a Roiano, tra spettacoli, feste e serate che avevano il sapore di una famiglia, soprattutto tra la fine del decennio e i primi anni Duemila. Racconta dei tanti momenti vissuti insieme, dalla Witz Orchestra al compleanno festeggiato proprio con la roianese, fino alle serate dei dieci anni della sagra sulle Rive. Confessa di essere commosso, spiegando che conosceva le difficoltà di salute dell’amica, ma non immaginava una situazione così grave, tanto che stava progettando una serata speciale per la primavera prossima, una cena intima con lei, Tony Soranno e suo figlio Fabio, tra chitarre, canti e ospiti seduti attorno allo stesso tavolo. Ricorda le sue performance in televisione, da Striscia la notizia su Canale 5 ai programmi Rai, fino alle esibizioni negli spazi più piccoli della città, capaci comunque di trasformarsi in palcoscenici incredibili grazie al talento suo e dell’orchestra. Per Giorgi era un’artista straordinaria, che come Tony aveva scelto con convinzione la via della musica comica e della triestinità, pur avendo le capacità per emergere a livello nazionale. Una scelta di vita che ha dato vita a spettacoli unici, sketch indimenticabili e canzoni diventate pietre miliari, come il celebre “mamma son tanto felice”, testimonianza di un cabaret raffinato che in Italia non aveva eguali
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