“Una pagina gestita da incapaci”: Dipiazza riaccende il dibattito sul Trattato di Osimo
“Una pagina gestita da incapaci”: Dipiazza riaccende il dibattito su Osimo
Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza è intervenuto con parole dure sul Trattato di Osimo, firmato nel 1975 tra Italia e allora Jugoslavia. Lo ha fatto attraverso un post pubblico, nel quale ha espresso una posizione netta: secondo il primo cittadino, la trattativa fu gestita da persone che non conoscevano né il territorio coinvolto né i problemi connessi.
In apertura del suo intervento Dipiazza ha ricordato il contesto storico: “Era il 1975, bastava aspettare 5 anni: Tito moriva nel 1980. Con la dissoluzione della Jugoslavia la trattativa sarebbe stata diversa”, sottolineando come, a suo giudizio, il negoziato avrebbe potuto avere esiti completamente differenti se affrontato in un momento geopolitico più favorevole all’Italia.
Una critica diretta ai protagonisti istituzionali dell’epoca riguarda la scarsa conoscenza del territorio carsico e delle sue peculiarità. “Ho scritto che chi trattava non conosceva il territorio, perché non si può proporre una zona industriale sul Carso che è un paradiso terrestre”, osserva Dipiazza, definendo l’area una ricchezza naturale da tutelare, non un terreno da destinare a insediamenti industriali.
Il passaggio più netto arriva però rispetto alla gestione delle proprietà perdute dagli esuli:
“Il fastidio lo provo verso chi doveva trattare ed è evidente che non lo sapeva fare. Chiedi 100.000 proprietà di ritorno ai legittimi proprietari: non porterai a casa 100.000, ma 20.000 sì. Non abbiamo portato a casa neanche una tegola”.
Per il sindaco si tratta del punto più critico dell’intera vicenda: un’occasione mancata che, secondo la sua valutazione, rappresenta una responsabilità politica importante. Il suo commento si chiude con un giudizio severo rivolto a chi condusse le trattative: “Vergognatevi incapaci”.
Le parole del sindaco arrivano mentre in città è in corso un rinnovato dibattito sul Trattato di Osimo, rilanciato anche dalla pubblicazione di nuovi approfondimenti e testimonianze storiche. L’intervento di Dipiazza contribuisce dunque ad alimentare una riflessione che, cinquant’anni dopo, resta aperta e sentita da una parte significativa della comunità giuliana.