"Svegliamoci, stiamo diventando indifferenti”: triestina contro il silenzio e l’isolamento dei giovani
Un grido di allarme, diretto e senza filtri, arriva dai social e sta facendo riflettere molti cittadini. A lanciarlo è una triestina, che in un lungo post ha messo nero su bianco la sua preoccupazione per quella che definisce “una crescente indifferenza” verso il disagio, soprattutto tra i più giovani.
“Mi rendo conto che non è il gruppo più adatto per scrivere questo – esordisce – ma sento il bisogno di chiedere a tutti di iniziare a fare qualcosa, partendo dal guardarsi dentro e mettendosi la mano sulla coscienza”.
L’osservazione parte da un fenomeno che la triestina dice di notare sempre più spesso: giovani, soprattutto ragazze, che scappano di casa o arrivano a gesti estremi. Una sofferenza silenziosa, vissuta “dentro se stessi, senza che nessuno se ne accorga o faccia nulla per aiutarli”.
Secondo la sua riflessione, oggi mancano spazi e figure di riferimento per il supporto psicologico, luoghi in cui potersi sfogare o semplicemente parlare. “Si sono persi i rapporti uno a uno – scrive – e ormai vivere sembra essere diventato una lotta alla sopravvivenza, per giovani e meno giovani”.
L’appello è semplice ma potente: mettere da parte per un momento telefoni e distrazioni per fare spazio all’empatia e alla vicinanza verso chi ci è vicino. “Non arrendiamoci davanti a questo male che ci sta inghiottendo giorno dopo giorno. Svegliamoci, gente, svegliamoci!”.
La triestina chiude con una metafora forte: “Le radici del pianeta le hanno estirpate, e sappiamo bene come. Adesso ci tolgono anche i germogli. Se diventiamo indifferenti, abbiamo perso tutti”.
Un messaggio che, al di là delle opinioni personali, invita a fermarsi, guardarsi attorno e ricordare che, dietro ogni sorriso, può esserci un dolore invisibile.
Foto Sebastiano Visintin