Denuncia CLPT: "Ieri due incidente sul lavoro al Porto di Trieste"

Pubblichiamo da CLPT
 
I due incidenti avvenuti ieri nei terminal TMT e Samer del porto di
Trieste non sono dovuti al caso. Un sollevatore ribaltato in TMT, un roll
trailer con doppio container ribaltato in Samer. L’unica cosa casuale è che
nessun dei lavoratori coinvolti ha subito conseguenze gravi. Per il resto
questo è il risultato inevitabile del fatto che le aziende sono disposte a
tutto pur di velocizzare le operazioni per aumentare i profitti, anche a
tollerare (quando non a sollecitare) la violazione delle norme di sicurezza.
Sappiamo tutti che in porto le violazioni delle norme sulla sicurezza e
salute sono la norma, non l’eccezione. Come sappiamo tutti che l’Autorità
Portuale, che dovrebbe controllare il rispetto della salute dei lavoratori,
evita accuratamente di farlo, tenendo nascosti nei propri cassetti i rapporti
in cui tali irregolarità vengono segnalate. Di tutto questo sono informate
anche le altre autorità competenti, perché lo abbiamo segnalato noi
diverse volte.
Ricordiamo ai lavoratori che accettare di violare le norme sulla sicurezza
del lavoro può anche non portare a incidenti. Ma basta che una sola
volta le cose vadano storte per rovinarsi la vita. La vita propria e quella di
altri lavoratori, nei casi peggiori. E la colpa di tutto verrà scaricata su di loro,
dato che l’azienda potrà tranquillamente dire che li aveva informati sulle
norme da rispettare. Anche se il lavoratore quelle norme le ha violate perché
glie lo ha chiesto, “in amicizia” (o anche per forza), qualche capo o capetto.
Ma in tribunale questa cosa verrà negata, naturalmente.
Dopo ogni incidente si fanno tavoli e tavolini, con molte belle cose scritte sulla
carta, che poi non vengono messe in pratica. Perché sono solo i lavoratori
che possono imporre il rispetto della loro salute e dignità rifiutandosi di
lavorare in condizioni non sicure. Anche chiamando il 112 per far
verificare le condizioni di lavoro.
Altrimenti resteranno carne da macello. In attesa del prossimo ferito o
morto e delle solite pantomime di finte lacrime e “mai più” da parte di chi
queste cose avrebbe il dovere di impedirle.