Minori stranieri non accompagnati, Legacoopsociali: “Strutture di accoglienza abbiano dimensioni ridotte”
Il dibattito regionale sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati resta al centro dell’attenzione, soprattutto dopo le recenti criticità emerse in alcune comunità. La questione è seguita con particolare attenzione anche dall’assessore regionale alle Autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza e immigrazione, Pierpaolo Roberti.
A intervenire nel confronto è LegacoopSociali Fvg, che rappresenta diverse realtà del settore – tra cui Duemilauno Agenzia Sociale, Coop. ACLI, Coop. Lybra, Coop. La Quercia e Coop. Prisma – e che per voce del presidente Paolo Felice sottolinea la necessità di puntare su strutture di piccole dimensioni: «Affinché i percorsi di integrazione dei minori siano realmente tali, è fondamentale che le comunità abbiano dimensioni ridotte. La media delle associate a LegacoopSociali si aggira attorno alle 20 presenze: un numero che consente di ridurre l’impatto sociale sui territori e di gestire meglio la vita comunitaria».
Secondo la normativa attuale, queste comunità devono garantire un intervento educativo svolto da équipe multidisciplinari, che accompagnano i ragazzi in un percorso di crescita personale, sociale e culturale. Per questo, osserva Felice, «gli sforzi delle istituzioni e dei soggetti gestori devono muoversi nella stessa direzione, in un’ottica di corresponsabilità. Ben vengano quindi verifiche degli Enti Locali e incontri sui territori, strumenti utili per conoscere a fondo le strutture e le complessità quotidiane affrontate dagli operatori».
Il presidente di LegacoopSociali Fvg rileva inoltre come spesso i minori stranieri non accompagnati vengano confusi con altri giovani stranieri residenti, «i cosiddetti maranza». E conclude richiamando la necessità di definire una strategia condivisa per affrontare i casi più complessi: «Serve un percorso specifico per i minori che presentano fragilità comportamentali o sanitarie, spesso al centro dei momenti di tensione all’interno delle comunità».
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