Troppa competizione, poche certezze: i ventenni confessano il peso dello studio a Mattino 5

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Troppa competizione, poche certezze: i ventenni confessano il peso dello studio a Mattino 5

Nel collegamento esterno davanti all’Università Statale di Milano, il programma Mattino 5 — condotto da Federica Panicucci — ha raccolto la voce diretta di quattro studenti tra i 20 e i 22 anni. Al centro del racconto: il peso degli esami, la difficoltà delle scelte professionali e la crescente sensazione di incertezza che accompagna molti giovani nell’ingresso nel mondo adulto. I ragazzi hanno descritto passaggi quotidiani che diventano per loro snodi decisivi, percepiti spesso con ansia e disagio.

“Gli esami mi creano ansia, ma non sono una ragazza ansiosa” — la parola agli studenti

Una delle studentesse ha confessato: gli esami e le verifiche creano apprensione, ma l’ansia dipende molto dall’ambiente che circonda lo studente — compagni, istituzione scolastica e famiglia. La pressione competitiva tra pari e l’assenza di certezze occupazionali appesantiscono il clima emotivo. La testimonianza ribadisce che la qualità del supporto famigliare e scolastico è determinante nel modulare la percezione dello stress.

Insicurezza collettiva: “la nostra generazione è più ansiosa”

Secondo uno degli intervistati, la generazione attuale si trova a vivere in un contesto sociale e politico che alimenta incertezza: poche garanzie sul lavoro e sul futuro rendono il percorso di formazione faticoso e carico di timori. La competizione con i compagni, la responsabilità di scegliere un percorso professionale e la pressione degli esami sono ragioni ricorrenti che spiegano perché molti giovani dichiarino di sentirsi sul filo dell’ansia.

Chatbot e consolazione notturna: ChatGPT come “amico sempre disponibile”

Un elemento emerso con forza è l’uso diffuso — anche per questioni emotive — di strumenti digitali che simulano la presenza di un interlocutore. Alcune studentesse hanno raccontato di rivolgersi a ChatGPT (o simili) per rielaborare discussioni, chiedere consigli su messaggi inviati e cercare conforto durante la notte. L’intelligenza artificiale diventa, così, un “confidente h24”: non uno psicologo ma una presenza che offre risposte immediate quando amici e familiari non sono reperibili.

Tra aiuto digitale e limiti umani: vantaggi e rischi di una dipendenza emotiva dalla tecnologia

I ragazzi sottolineano il valore pratico di questi chatbot — rapidità, disponibilità e capacità di restituire consigli neutrali — ma riconoscono anche i limiti: non sono terapeuti e non sostituiscono il contatto umano. L’uso replicato di strumenti algoritmici per la gestione delle emozioni apre il tema di come integrare risorse digitali e reti di supporto reali per affrontare ansia e fragilità.

Ascoltare, accompagnare, costruire reti di supporto

Il servizio andato in onda a Mattino 5 riafferma una verità semplice ma urgente: la transizione dall’adolescenza all’età adulta richiede attenzione istituzionale e sociale. Le scuole, le università e le famiglie possono fare molto per alleggerire il carico emotivo dei giovani. Allo stesso tempo, la tecnologia offre strumenti utili ma va usata con consapevolezza, in modo complementare a una rete umana di ascolto e supporto.