“Mia figlia con la stampella sotto il diluvio respinta da un portone in via Battisti”
La pioggia torrenziale che ieri sera ha messo in ginocchio Trieste ha portato con sé non solo allagamenti e disagi, ma anche episodi che fanno riflettere sul senso di comunità e di solidarietà.
Una triestina, in un post social che ha subito raccolto decine di reazioni, ha raccontato la difficile esperienza vissuta dalla figlia, costretta a muoversi con una stampella in pieno nubifragio. La ragazza, sorpresa dal temporale in via Battisti, è stata accolta da alcune persone di buon cuore che le hanno aperto un portone per offrirle riparo.
Purtroppo, secondo il racconto della madre, non tutti hanno dimostrato la stessa sensibilità: una donna avrebbe intimato alla giovane di uscire, invitandola a cercare riparo altrove. Così la ragazza, nonostante le difficoltà motorie e la pioggia battente, è stata costretta a proseguire sotto il diluvio.
Un episodio che ha colpito profondamente la madre, spingendola a lanciare un appello alla città: “Magari un giorno toccherà anche a tua figlia o a tua nipote, ma spero che trovino anime più generose di quelle che mia figlia ha incontrato ieri sera”.
La vicenda ha acceso un vivace dibattito sui social, tra chi condanna l’egoismo e chi ribadisce l’importanza, soprattutto nei momenti di emergenza, di fare fronte comune. Una riflessione amara ma necessaria: i nubifragi passano, la solidarietà – o la sua assenza – resta come segno tangibile del tessuto sociale di una comunità.