La truffa da 4mila euro si infrange contro una triestina: così ha zittito il falso poliziotto postale

La truffa da 4mila euro si infrange contro una triestina: così ha zittito il falso poliziotto postale

Una segnalazione arrivata questa mattina accende ancora una volta i riflettori sul tema delle truffe telefoniche, un fenomeno purtroppo sempre più diffuso anche a Trieste. A denunciarlo è una triestina, che ha deciso di condividere pubblicamente quanto accaduto alla madre, con l’obiettivo di mettere in guardia tutti, soprattutto gli anziani, da tecniche sempre più credibili e aggressive.

Secondo quanto riferito, tutto è iniziato con un sms trappola: un messaggio che annunciava una presunta operazione da 4.210 euro, invitando a contattare immediatamente un numero per bloccare la transazione. Una delle classiche modalità utilizzate dai truffatori per creare panico e indurre la vittima a richiamare.

Dopo pochi minuti è arrivata anche una telefonata. L’uomo all’altro capo della linea sosteneva di essere un operatore del “servizio antifrode della Polizia Postale”, un tentativo di intimidazione che spesso convince soprattutto le persone anziane. Dopo essersi presentato come una figura istituzionale, l’individuo ha iniziato a fare domande precise e pericolose: quanti soldi ci fossero sul conto, quanto fosse distante la banca, e altri dettagli utili a portare a compimento una truffa economica.

La donna, però, non si è lasciata ingannare. Con grande lucidità ha compreso immediatamente il tentativo di raggiro e ha interrotto la conversazione, rispondendo – come racconta la figlia – con fermezza e senza mezzi termini. Il truffatore, smascherato, avrebbe anche reagito in modo maleducato prima di riagganciare.

La figlia ha poi annunciato l'intenzione di presentare una segnalazione ufficiale alla Polizia Postale, sottolineando l’importanza di denunciare ogni episodio per aiutare le forze dell’ordine a individuare modalità, numeri e schemi utilizzati dai gruppi criminali.

Un fenomeno che cresce e che richiede massima attenzione

Il caso conferma quanto sia indispensabile mantenere alta l’attenzione: gli sms e le telefonate che imitano banche, istituti di credito e perfino reparti delle forze dell’ordine sono ormai all’ordine del giorno. Il loro scopo non è bloccare truffe, ma realizzarle.

Gli esperti ricordano sempre le regole base di sicurezza:

Non fornire mai dati personali, bancari o relativi ai propri conti via telefono.

Non cliccare su link ricevuti tramite sms sospetti.

Verificare sempre la veridicità contattando direttamente la propria banca o la Polizia Postale tramite i canali ufficiali.

Segnalare ogni tentativo sospetto alle autorità.

Foto Sebastiano Visintin