La triestina in vacanza si sfoga sul gelato toscano: “Costa più della nostra baleta, ma xe la metà”
Con l’arrivo del caldo, tornano puntuali anche le polemiche sui prezzi del gelato. Questa volta a sollevare il caso è una triestina in vacanza in un non meglio precisato “paesino X della Toscana”, che ha postato su Facebook un commento al vetriolo contro il costo sproporzionato di una coppetta a due gusti.
Un gelato piccolo e salato
Secondo quanto riportato nel post, la coppetta acquistata aveva dimensioni decisamente ridotte: 4 cm di diametro per 2 cm di altezza, ma è costata ben 2,50 euro. Una cifra che, a detta della triestina, non troverebbe giustificazione nella quantità di prodotto offerto. Con tono ironico, ha concluso: “A quantità de gelato xe come una nostra baleta che costa decisamente meno”.
La baleta triestina come metro di paragone
Il paragone ha subito acceso i commenti: la baleta, ovvero la classica pallina di gelato triestina, è diventata il simbolo di un rapporto qualità-prezzo più onesto e accessibile. In tanti, sotto il post, si sono detti d'accordo, lamentando l’aumento dei prezzi dei gelati artigianali in molte località turistiche italiane.
Tra ironia e identità territoriale
Il tono divertito ma critico della segnalazione ha riaperto una discussione ormai ciclica: quanto è giusto pagare un gelato, e quanto incide il luogo in cui lo si consuma? Il post della triestina ha messo a confronto due mondi: la genuinità e i prezzi contenuti delle gelaterie triestine contro il turismo “da listino” di alcune località toscane.
Un piccolo episodio di colore, che dimostra ancora una volta quanto l’identità triestina resti ben salda anche in vacanza – soprattutto quando se trata de magnar.