La città che accoglie: cento persone protette del nubifragio grazie a parrocchie e centri di solidarietà
La sera e la notte di martedì 2 settembre 2025 hanno messo Trieste a dura prova. L’ondata di maltempo che si è abbattuta sulla città ha trasformato le strade in torrenti, causando allagamenti, cedimenti e disagi che nessuno si sarebbe aspettato. Una notte difficile, segnata dalla paura e dall’incertezza, ma che ha visto emergere con forza l’anima solidale della comunità triestina.
A raccontarlo è la Caritas Diocesana di Trieste, che in una dichiarazione ufficiale ha sottolineato come operatori, volontari e volontarie abbiano affrontato l’emergenza con straordinario impegno, offrendo sostegno immediato alle persone più fragili.
Secondo i dati diffusi da Caritas, sono state circa 100 le persone accolte e rassicurate negli spazi di Spazio 11, del Dormitorio di Sant’Anastasio e del Refettorio “G. Monti”. Una risposta concreta, capace di trasformare una notte di paura in un momento di accoglienza e protezione.
Non meno importante è stato l’intervento dei medici volontari di DonK Humanitarian Medicine, che hanno prestato cure a una ventina di persone, e la mobilitazione straordinaria della parrocchia dell’Immacolato Cuore di Maria, che ha aperto i propri locali a chi non aveva altro rifugio.
Nella nota, la Caritas ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo slancio di solidarietà, ricordando che “un luogo sicuro per chi non ha altro riparo, uno sguardo che accoglie e una porta che si apre, offrendo ristoro e conforto, sono la vera essenza della nostra comunità”.
Quella che poteva essere ricordata solo come una notte di devastazione diventa così, grazie alla Caritas Diocesana, una testimonianza di speranza e di resilienza collettiva.