Rifondazione Comunista attacca: “Provvedimenti disumani contro i migranti in Porto Vecchio”
Il Partito della Rifondazione Comunista di Trieste interviene con una dura presa di posizione sulle recenti dichiarazioni del sindaco e dell’attuale amministrazione riguardo alla gestione dei migranti presenti nell’area del Porto Vecchio. Secondo il Prc, le intenzioni manifestate dal Comune rappresentano un passo indietro significativo e un atteggiamento discriminatorio nei confronti di persone che già vivono situazioni di forte vulnerabilità.
I provvedimenti allo studio e la critica del Prc
Al centro della contestazione ci sono i provvedimenti che l’amministrazione avrebbe intenzione di adottare, a partire dall’installazione di cartelli per impedire l’accesso alle persone che cercano riparo negli spazi del Porto Vecchio. A ciò si aggiungerebbero possibili sanzioni per comportamenti ritenuti contrari al “pubblico decoro”, con multe, allontanamenti di 48 ore estendibili fino a un anno e, in caso di reiterazione, sanzioni penali.
Rifondazione sottolinea come questi stessi comportamenti – dormire all’aperto, ripararsi dal freddo, espletare necessità fisiologiche – siano conseguenza diretta dell’assenza di servizi messi a disposizione dal Comune. Il partito ricorda che non è stato predisposto alcun posto letto né sono presenti bagni pubblici nelle aree frequentate dai migranti in transito. Una condizione, spiegano, che rende inevitabile la ricerca di soluzioni di fortuna.
“Provvedimenti ottocenteschi contro i poveri”
Il Prc definisce le possibili misure come “provvedimenti ottocenteschi”, frutto di una chiusura ideologica che colpisce i più fragili invece di affrontare il tema dell’accoglienza con strumenti adeguati. L’osservazione muove dalla contraddizione, sottolineata dal partito, tra un sistema economico che richiede manodopera e una politica che non riconosce pienamente il valore e la dignità delle persone che arrivano sul territorio.
La città tra interventi mancati e spazi abbandonati
Rifondazione individua anche altri aspetti che ritiene significativi: la distruzione o il mancato utilizzo di spazi pubblici come la sala Tripcovich, l’apertura di nuovi parcheggi per sostenere il traffico natalizio, lo spreco di risorse per le luminarie e la scelta di vendere grandi aree ai privati. Il partito evidenzia inoltre l’abbandono di luoghi che potrebbero avere un ruolo sociale, come l’ex mercato coperto di via Gioia.
L’appello alla città e alle forze progressiste
Il comunicato, firmato da Gianluca Paciucci per Rifondazione Comunista Trieste, si conclude con un appello ai movimenti e alle realtà progressiste del territorio. L’obiettivo è costruire un’azione politica comune per fermare quelle che definiscono pratiche di non accoglienza e respingimento, che incidono in modo drammatico sulla vita di persone in difficoltà e rischiano di peggiorare la qualità complessiva del vivere urbano.