Attacca il Coordinamento: "ASUGI, Regione e Burlo hanno deciso, pineta di Cattinara deve morire"

Pubblichiamo da Paolo Radivo Comitato spontaneo per la Pineta di Cattinara - Comitato Alberi Trieste - Comitato Altura-Cattinara

"Durante l’odierna audizione in Terza Commissione del Consiglio regionale, il responsabile dei lavori dell’ASUGI per l’ospedale di Cattinara e la nuova sede dell’IRCCS “Burlo Garofolo” Massimiliano Liberale, il direttore generale dell’IRCCS Dorbolò, il direttore generale dell’ASUGI Poggiana e il vice-presidente della Regione Riccardi hanno confermato che intendono trasferire l’ospedale materno infantile a Cattinara e mantenere le dimensioni previste dal progetto definitivo del 2014 sia per il nuovo “Burlo” sia per l’autosilo sotterraneo da 728 posti. Neanche un centimetro quadrato in meno. ASUGI, Regione e “Burlo” hanno le mani legate, non possono modificare vecchie scelte e devono scrupolosamente rispettare i contratti con la ditta appaltatrice. A pagarne le conseguenze deve essere la natura, non loro, ossia i contribuenti.

 
La novità di oggi è che gli alberi da sradicare per l’imprescindibile nuovo “Burlo” saranno 296 nella pineta e 77 nel parcheggio dipendenti, ossia 373 in tutto. Il progetto definitivo del 2014 parlava invece di 440 nella pineta e 79 nel parcheggio dipendenti. Totale: 519. Ma il numero calcolato allora era dichiaratamente una stima per eccesso, mentre dal 2014 diversi alberi sono stati tagliati e non sostituiti.
 
Lo sbancamento iniziato il 4 febbraio scorso per realizzare il “parcheggio sud-ovest”, l’edificio servizi, le opere stradali connesse e i bypass impiantistici presso via Valdoni bassa ha già comportato o comunque causerà l’abbattimento di 104 alberi nella zona ovest del comprensorio ospedaliero e di 42 nella zona sud. In tutto 146.
 
Per giunta nel piazzale interno e nelle aree comuni sparse dovranno essere eliminati altri 17 alberi.
 
Totale: 536 da cancellare nella “fase 1” dei lavori.
 
Ma niente paura: «si provvederà alla piantumazione di un numero di alberi pari a 5 volte quelli di cui è previsto l’abbattimento». Ossia 3.365: 2.500 nel versante collinare tra il polo cardiologico e via del Botro appena disboscato, 700 in aree a ridosso di via del Botro, 138 nella pineta e 27 nel piazzale interno. Dunque 2.829 in più…
 
In realtà molti di questi non potranno che essere arbusti, specie nella pineta e nel piazzale interno dove il terreno artificiale soprastante le costruzioni sotterranee sarebbe sottilissimo. Difatti il progetto definitivo prometteva sì 3.350 essenze vegetali compensative, di cui però solo 1.150 alberi. Nessuno ovviamente alto, largo e rigoglioso come quelli condannati a morte.
 
L’ing. Liberale ha sottolineato che le nuove alberature saranno autoctone e migliori delle attuali. Il fatto che molti pini neri della pineta siano secolari non dà loro alcun valore botanico, storico o paesaggistico. Devono morire e basta. A dire il vero già ora parte degli alberi della pineta sono tipici della boscaglia carsica, ossia autoctoni. Ma che importanza ha? Si taglino pure quelli e facciamola finita!
 
Eppure per salvare la pineta bastava tornare all’Accordo di programma del 2009, il quale prevedeva un autosilo non di due ma di tre piani interrati per un totale non di 728 ma di 770 stalli. Il parcheggio sotterraneo immaginato nel 2009 si fermava sotto il muro di cinta della pineta, senza intaccarla. Quello pensato nel 2014 e ribadito ora è invece molto più ampio. Ma i contratti sono contratti!
 
 
 
Oggi abbiamo appreso inoltre che i lavori per il nuovo “Burlo” a Cattinara dureranno 4 anni: dal giugno 2023 al giugno 2027. Intanto proseguiranno i lavori intorno a via Valdoni bassa. Naturalmente non ne deriverà alcun disagio per residenti, pazienti e operatori sanitari…
 
 
 
Il dott. Dorbolò ha sostenuto che il trasloco del “Burlo” a Cattinara è inevitabile perché la sede di via dell’Istria presenta «criticità gravi nel gestire le attività assistenziali e nessun possibile sviluppo», oltre che «gravissime difficoltà nell’adeguarsi alle norme sulla sicurezza e la salute dei lavoratori», mentre la situazione delle sale d’attesa è «disastrosa». Eppure in via dell’Istria sono in corso lavori di adeguamento che dovrebbero terminate entro l’anno, dopo l’acquisto di tre palazzine sempre con i fondi della Regione. Ma sarebbero solo una «soluzione temporanea di messa in sicurezza». Dunque il “Burlo” non può restare lì.
 
Ma se negli ultimi 14 anni Stato e Regione non gli avessero negato ben 13 milioni di euro, come lo stesso Dorbolò ha lamentato, oggi non si troverebbe in condizioni migliori? Non sarebbe più facile, rapido ed economico completare tutti i lavori necessari in via dell’Istria piuttosto che avventurarsi nel trasloco?
 
Come potrà poi il nuovo “Burlo” mantenere la sua specificità, rivendicata da Dorbolò, se a Cattinara diverrà un’appendice fisica dell’ospedale per adulti con tre reparti in comune?
 
Quanto al destino degli edifici di via dell’Istria, dopo questa audizione l’unica certezza è il dubbio. Dorbolò ha ricordato che una delibera di giunta prevede di cartolizzarli. Ma intanto l’IRCCS sta facendo uno studio fattibilità per realizzarvi un hospice per le cure palliative e una “Cittadella della salute del bambino e dell’adolescente”. Chi vivrà vedrà…!"