Rivoluzione sostenibile nel settore chimico: nuovo catalizzatore per il propilene firmato anche Trieste

Rivoluzione sostenibile nel settore chimico:  nuovo catalizzatore per il propilene firmato anche Trieste

Un team internazionale di ricercatori, con il contributo dell’Università di Trieste, ha sviluppato un nuovo catalizzatore per la produzione di propilene: più efficiente, più sostenibile e con minimo utilizzo di platino, metallo prezioso e raro. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature e potrebbero segnare una svolta per il settore industriale e ambientale.

Un'innovazione che cambia le regole della chimica industriale

Il propilene è alla base della produzione di materie plastiche, componenti automobilistici, fibre tessili e dispositivi elettronici. Nel 2023 la produzione mondiale ha superato i 160 milioni di tonnellate, con una crescita prevista oltre i 200 milioni entro il 2030. Tuttavia, i processi tradizionali per ottenerlo, spesso legati alla raffinazione del petrolio grezzo, risultano costosi e inquinanti.

Il nuovo studio punta invece su un processo alternativo: la deidrogenazione del propano (PDH), che permette di ottenere propilene separando atomi di idrogeno da molecole di propano. Il problema, finora, era legato alla scarsa durata dei catalizzatori a base di platino, soggetti a sinterizzazione e a rapida degradazione sotto le alte temperature richieste dalla reazione.

Il ruolo decisivo dell’Università di Trieste nella ricerca

Tra i protagonisti del progetto figura Paolo Fornasiero, docente presso il Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche dell’Università di Trieste, associato all’ICCOM-CNR di Firenze e membro del Consorzio INSTM. Lo studio propone un catalizzatore innovativo che incapsula micro-cluster di platino all’interno di zeoliti, minerali cristallini e microporosi, capaci di garantire stabilità e performance elevate anche in condizioni industriali.

“Il nostro studio dimostra – ha spiegato Fornasiero – che è possibile ridurre drasticamente il platino utilizzato senza sacrificare l’efficacia del processo, prolungando l’attività del catalizzatore a oltre sei mesi, contro le poche settimane attuali. Questo significa anche meno scarti, meno costi e meno emissioni per l’industria”.

Un passo avanti per l’industria globale e l’ambiente

Il nuovo catalizzatore rappresenta una svolta concreta per efficientare i processi produttivi, ma anche per abbattere l’impatto ambientale del settore chimico. Tra i vantaggi previsti ci sono:

  • Riduzione della quantità di platino utilizzata;
  • Minori cicli di rigenerazione e manutenzione;
  • Aumento della selettività e della durata del catalizzatore;
  • Taglio dei costi di gestione e minore produzione di scarti.

Un progetto internazionale ad alta innovazione

Lo studio ha visto la collaborazione di centri d’eccellenza da tutto il mondo: l’Università di Fuzhou e il Qingyuan Innovation Laboratory in Cina, la King Abdullah University of Science and Technology in Arabia Saudita e il Dalian Institute of Chemical Physics.

La pubblicazione su Nature segue un altro importante riconoscimento: il medesimo gruppo di ricerca aveva già visto uno studio sulla stessa tematica pubblicato il 1° maggio 2025 su Science, a dimostrazione dell’impatto e del valore scientifico del lavoro.