Liberato nei boschi di Vienna l'allocco degli Urali nato alla Riserva di Cornino

Liberato nei boschi di Vienna l'allocco degli Urali nato alla Riserva di Cornino

 E' stato liberato nei boschi che attorniano Vienna l’allocco degli Urali nato all’inizio di maggio - evento eccezionale, atteso per anni - nelle voliere della Riserva naturale del lago di Cornino: si tratta dell’unica nascita avvenuta in Italia nell’ambito di un progetto internazionale che impegna vari partner - in collaborazione con prestigiose strutture, tra zoo e centri di allevamento - sotto il coordinamento dell’Università di Veterinaria di Vienna e della Vogelwarte (stazione ornitologica) austriaca. Tutto era partito 15 anni fa, con l'immissione in natura di giovani nati in condizioni controllate: l'operazione aveva avuto successo, stimolando la formazione di diverse coppie, che ormai si riproducono regolarmente. «I rilasci - spiega il direttore scientifico della Riserva di Cornino, Fulvio Genero - continuano per assicurare una buona variabilità genetica alla popolazione e coinvolgono aree in Austria, Germania e Repubblica Ceca. In questo modo si cerca di riportare la specie in alcune zone dell’Europa centrale, da dove gli allocchi sono scomparsi da circa un secolo a causa delle persecuzioni umane, provando a ricollegare i pochi ambiti in cui è rimasto nel centro del vecchio continente con il vasto areale nordico, che dalla Scandinavia arriva alla taiga asiatica e al Giappone».

Il giovane allocco degli Urali di Cornino è cresciuto rapidamente con i genitori, rimanendo sempre assieme agli adulti, che lo hanno seguito e alimentato con estrema attenzione. «A inizio luglio, dunque a circa due mesi di età - documenta Genero -, ha iniziato a nutrirsi da solo, manifestando una grande curiosità verso tutto quello che si muoveva intorno a lui: un insetto o una foglia venivano seguiti con sguardo curioso. E' una fase in cui i giovani imparano molto e diventano indipendenti dai genitori. Quando l'esemplare ha acquisito anche una buona abilità nel volo, è stato organizzato il suo trasporto verso una foresta in cui potesse vivere in libertà. Grazie alla collaborazione con il team austriaco è stato condotto a Vienna, dove il responsabile del progetto, dottor Richard Zink, lo ha inserito in un'ampia voliera nel bosco, assieme ad altri giovani da reimmettere in natura. Dopo alcuni giorni di ambientamento la  voliera  è stata aperta, la sera del 6 agosto. Lo sponsor austriaco ha scelto il nome Gianni per il primo allocco degli Urali friulano liberato in Austria».

Grazie alle webcam è possibile seguire il processo di reinserimento e i movimenti dei giovani rapaci. Su alcune piccole piattaforme viene sistemato del cibo, in modo che gli allocchi abbiano un sicuro punto di riferimento, che frequentano fino a quando imparano a cacciare da soli e dunque a diventare del tutto autonomi. Dopo un breve periodo si allontanano e cercano un nuovo territorio, nel quale potrebbero presto formare una coppia e riprodursi. Il monitoraggio effettuato in Austria è molto preciso e prevede l’uso di marcature, trasmittenti satellitari, webcam, appunto, e analisi genetiche sulla popolazione reintrodotta.

«Speriamo - conclude il direttore scientifico della Riserva - che il prossimo anno la coppia che ospitiamo a Cornino si riproduca ancora. Sono animali particolarmente sensibili e il successo riproduttivo può variare molto negli anni, probabilmente per motivi climatici, comunque non ancora ben conosciuti». Certamente la prima nascita ha premiato il grande impegno della Coop Pavees, che sotto il coordinamento del presidente Luca Sicuro garantisce una strategia di alimentazione adeguata, cibo a disposizione, minimo disturbo e la gestione di tutti problemi che inevitabilmente richiede la conduzione di un delicato progetto scientifico. «Siamo entusiasti - commenta il vicesindaco di Forgaria con delega alla Riserva Luigino Ingrassi - di questi significativi sviluppi, che dimostrano, una volta di più, l'alta valenza del Progetto Grifone, delle collaborazioni internazionali ad esso collegate e di tutte le attività condotte nell'area protetta di Cornino».