L'inserto del Corriere della Sera esalta Porto Vecchio: "grande progetto del Parco Lineare a Trieste"

Nell'inserto LOGIN del Corriere della Sera, è stato riservato ampio spazio al progetto del Parco lineare al Porto Vecchio di Trieste.

"Costruito tra il 1868 e il 1887, per volontà dell'impero austroungarico e oramai dismesso, il Porto Vecchio sta per diventare, a suo modo, epicentro di una svolta narrativa della città. Grazie ai fondi del Pnrr per il ridisegno degli spazi aperti dell'ex area portuale, il Comune ha previsto la realizzazione di un Parco lineare e ha affidato l'incarico allo studio Atelier(s) Alfonso Femia con Simonetta Cenci, Giovanni Damiani e Michelangelo Pugliese", si legge all'inizio dell'articolo dedicato. 

 

Tale progetto viene dunque presentato come una rinascita della struttura tra conservazione della tradizione e avvento della modernità, al fine di realizzare un luogo accogliente che spinga "all'esplorazione della linea costiera, conservando la memoria storica dell'impianto urbano asburgico". 

 

Successivamente, l'articolo sviluppa un'intervista fatta con alcuni dei responsabili del progetto, nella quale si affrontano diverse tematiche, dalle più spinose a quelle più intraprendenti. 

 

"Il porto è fisicamente parte della città di Trieste, delle sue vedute dal mare e dal Carso. Quello che vogliamo fare ora riconquistare i suoi spazi per renderli parte viva del tessuto urbano e farli diventare luoghi nel rispetto dell'identità storica. Nonostante in molte città portuali sia il settore economico e lavorativo principale, il porto non è solo un posto di lavoro, ma anche un elemento culturale, di collettività, e può diventare, come in questo caso che ha dismesso la sua funzione primaria, un vero e proprio spazio pubblico", è quanto risalta dall'intervista svolta. 

 

Una sfida ambiziosa, dunque, quella del Porto Vecchio, focalizzata nel creare "un parco in cui passeggiare, correre, fare sport, prendere il sole, di cui i vicini e i visitatori possono godere, in cui la spiaggia, il porto e la città si fondono e si connettono in perfetto equilibrio", come viene descritto nell'articolo - 3 km di sviluppo complessivo, 120 mila metri quadrati, 2 km di piste ciclabili, 680 alberi inseriti, e 2 parchi lineari, l'asse Barcolano e l'asse Carsico -.

 

Trieste è in questo caso insignita di un'importante occasione per rinnovare se stessa, dove l'urbanistica ha l'opportunità di unirsi a dei sistemi verdi continui e accessibili a tutti, i quali potranno diventare parte integrante dell'infrastruttura "creando un polo di svago, cultura, biodiversità e relax per la città". 

 

In conclusione, l'intervista volge al termine con le prospettive e gli obiettivi per il futuro di Porto Vecchio.

"L'idea è di creare un giardino predefinito che potrebbe diventare uno dei più grandi parchi urbani, a livello internazionale, all'interno di un'area portuale (...) orientato alla riduzione del consumo di energia del consumo di suolo e acqua, del risparmio energetico e della resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici".