Casa dello studente ARDIS a Trieste: lavatrici gratuite sostituite con nuove a pagamento, le lamentele degli studenti

Nelle case dello studente di Trieste gestite dall'ARDIS - Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio FVG che dispone di borse di studio, agevolazioni e alloggi a studenti locali e fuorisede che vogliono studiare negli atenei della nostra regione - è stato segnalato un disagio relativo alle nuove lavatrici installate che, a differenza delle precedenti gratuite, sono adesso a pagamento.  

In tali case dello studente l'accesso è consentito a chi rientra entro determinati requisiti di reddito se si tratta di matricole, oppure di merito e reddito per gli studenti iscritti agli anni successivi al primo. La quota mensile dell'affitto - che si aggira attorno ai 150€ - viene regolarmente detratta dalla borsa di studio che gli studenti ricevono in ogni anno accademico. 

 

È avvenuto che nel corso delle ultime settimane l'ARDIS abbia tolto le lavatrici e asciugatrici messe a disposizione degli studenti gratuitamente e le abbia sostituite con elettrodomestici a pagamento.

 

“È veramente assurdo, il problema è che queste lavatrici neanche funzionano bene: spesso non centrifugano i vestiti, e siamo costretti ad appendere il nostro bucato bagnato ai muri delle nostre stanze con mezzi di fortuna sperando di farlo asciugare il prima possibile”, testimonia una studentessa di una delle case.

 

“Mi domando seriamente per quale motivo si sia deciso di rimuovere dei dispositivi perfettamente funzionanti scegliendo di installarne altri che sono a pagamento, malfunzionanti e soprattutto unici: come possono 60 studenti farsi bastare una sola lavatrice e una sola asciugatrice?” racconta un altro studente della struttura coinvolta - la quale, a differenza degli altri tre edifici gestiti dall'ARDIS, possedeva lavatrici in ottimo stato -. 

 

Il costo dell’utilizzo delle lavatrici, inoltre, sembra essere tutt'altro che economico: 1,90 € per un lavaggio (con 4 programmi tra cui scegliere a temperature solo di 30-40 gradi) e 1,60 € per un’asciugatura, la cui durata massima è 50 minuti.

 

“Abbiamo anche provato a scioperare, abbiamo mandato messaggi, scritto lamentele, ma nessuno ci ascolta: siamo invisibili”, è quanto afferma l'ennesimo studente in seguito ad una precedente manifestazione svolta in data 4 aprile nella casa dello Studente, anch'essa rimasta senza il raggiungimento degli obiettivi sperati. 

 

“Vorremmo anche sapere per cosa saranno spesi questi fondi aggiuntivi provenienti direttamente dalle nostre tasche: andranno a migliorare i servizi offerti dall’ARDIS agli altri studenti? Se sì, in che modo, visto che si tratta probabilmente di meno di un migliaio di euro al mese in totale?” aggiunge una studentessa.

 

La risposta dell'ARDIS alle lamentele esposte dagli studenti e stata la seguente: "La scelta di sostituire il sistema di gestione delle lavatrici in dotazione alle residenze universitarie è stato ampiamente dibattuto con le rappresentanze della comunità degli studenti ed oggetto anche di un incontro cui hanno preso parte molti nostri ospiti".

 

Nella manifestazione sopracitata, però, si era rivendicato il fatto che tali decisioni erano state prese senza l'accordo degli studenti, come ha dichiarato Alessandro Sicali, rappresentante degli Studenti.

 

L'ARDIS continua: "Premesso che il sistema a pagamento era già in uso presso le nostre residenze di Udine, senza alcuna lamentela da parte dell'utenza ospitata, la motivazione si fonda sulla necessità di garantire continuità di funzionamento alle macchine di lavaggio, adottando appunto delle apparecchiature di tipo industriale della cui manutenzione si fa carico la ditta fornitrice con tempi di intervento immediati su tutto il territorio regionale dove sono presenti residenze di ARDIS (appunto Trieste, Udine, Gorizia, Gemona del Friuli e Pordenone).

Precedentemente, in caso di guasto non era prevista un'assistenza di questo tipo, con la conseguenza che spesso le macchine restavano fuori uso per parecchio tempo", sono le parole dei rappresentanti dell'ARDIS. 

 

"Inoltre, i prezzi indicati e che si confermano, sono in linea e rientrano nella fascia media di quelli applicati dalle altre analoghe Agenzie per il diritto allo studio sul territorio nazionale. Se confrontati, poi, con quelli applicati presso le normali lavanderie automatiche disponibili in città, è innegabile siano nettamente inferiori.

Da tenere anche presente che il costo indicato è comprensivo del detersivo che viene misurato in base al peso del bucato inserito nella macchina; la scelta, altresì, risponde ad esigenze di contenimento dei consumi e degli sprechi di energia ed acqua che, invece, la precedente modalità gratuita non garantiva". 

 

Alle risposte ottenute dall’Agenzia Regionale, Sicali ha ribattuto: “il lavoro dell’Agenzia è senz’altro complesso ed è aggravato da anni di mancata manutenzione delle strutture, che le precedenti direzioni hanno perpetrato nonostante le puntuali segnalazioni degli studenti. L’assenza di interventi strutturali ha fatto sì che, oggi, le misure necessarie siano così impattanti e indifferibili da rendere insostenibile la convivenza tra cantieri e residenti”.

 

“Il culmine di questo comune malcontento – continua Sicali – è stata l’installazione delle lavasciuga a pagamento, peraltro con prezzi superiori rispetto ad altre realtà italiane. Dopo anni di disservizi, dovuti ad una manutenzione intermittente dei macchinari gratuiti, lo spettro di una privatizzazione si aggirava già nei corridoi delle case. Come rappresentanti ci aspettavamo un coinvolgimento formale nell’individuazione di una soluzione; invece l’ARDIS ha deciso unilateralmente di affidare il servizio ad un gestore privato, per un importo stimato di oltre 150.000 euro totalmente a carico dell’utenza.

In altre parole, la direzione ha deciso autonomamente di far gravare sui quasi mille residenti una spesa fino ad ora inclusa gratuitamente nella retta mensile”.

 

“Capiamo che l’aumento dei costi sia una realtà per l’Agenzia così come lo è per le famiglie, ma questa soluzione mal si concilia con la missione di agevolare gli studenti privi di mezzi: riteniamo che la risposta corretta a questo tipo di difficoltà non sia una riduzione dei livelli di welfare, ma un maggiore impegno finanziario da parte dell’amministrazione regionale”, ha concluso il rappresentante.