Il Ministro Salvini a Trieste: «49 poliziotti in più stabili in città, più altri 40 per l'estate»

I protocolli siglati in Prefettura che riguardano i porti "creano un sistema nel quale viene garantito un investimento sano. Ciò vuol dire assicurare una competizione basata sulle leggi, sulle norme e sulla legalità". E' il senso dei due documenti firmati oggi sugli appalti e i lavori pubblici negli scali di Trieste e Monfalcone esplicitato dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, nel corso dell'incontro stampa svoltosi nel palazzo del Governo con il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, presente il commissario di Governo, Valerio Valenti. Se il ministro ha definito quella del Friuli Venezia Giulia una "comunità ricca, trasparente e sana" in cui si contano una sola interdittiva antimafia e un basso indice di confische, è anche vero che "prevenire è meglio che curare" perché, ha ricordato il ministro, "la criminalità segue il denaro" e quindi "la guardia va tenuta alta". Il protocollo è stato firmato, oltre che dal governatore e dal ministro dell'Interno, dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e dal presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, Zeno D'Agostino. Il tema della legalità, come è stato spiegato nell'incontro stampa in Prefettura, viene perseguito sia nella vita economica della comunità sia nel contrasto all'immigrazione clandestina. A proposito del protocollo firmato sui rimpatri volontari assistiti, sono stati evidenziati i numeri che riguardano l'azione di repressione dell'immigrazione irregolare in Friuli Venezia Giulia e l'entità dei migranti e richiedenti asilo a carico della Regione. "Abbiamo cominciato a dare risposte concrete attraverso i controlli congiunti italo-sloveni iniziati durante questa settimana", ha spiegato il governatore Fedriga. "Nel contempo abbiamo messo in atto un potenziamento di forze per il pattugliamento dei confini con 40 nuovi uomini che arriveranno per l'emergenza estiva, ma è stato previsto un piano in base al quale da qui a alla prossima primavera verranno inviate altre 37 unità, oltre le 12 già arrivate. Un aumento quindi di 49 unità stabili a cui si sommano le altre 40 che andranno rafforzare l'impegno nell'azione di contrasto agli ingressi irregolari nel nostro territorio". L'azione è dunque quella di potenziamento dei controlli anche con l'impegno transfrontaliero. A tale proposito, Salvini ha chiesto agli omologhi di Lubiana e Zagabria "di aumentare la collaborazione in termini di uomini e mezzi" in modo da arrivare a "pattugliamenti congiunti in territorio sia sloveno che croato" per disinnescare la rotta balcanica. Il vicepremier ha evidenziato alcuni numeri in particolare. "L'anno scorso - ha detto - c'erano in accoglienza più di 180mila persone che, a oggi, sono scesi a 108mila". Per quanto riguarda le richieste di asilo, "le domande pendenti nel 2018 erano 135mila, ora sono 60mila, quindi più che dimezzate. Vogliamo mantenere questo trend virtuoso", ha rilevato Salvini. Nell'incontro stampa in Prefettura è stato chiarito un aspetto qualificante del protocollo innovativo sui rimpatri assistititi che conta sulla cifra di 5 milioni di euro. "Non solo si riaccompagna il migrante nel Paese di origine - ha chiarito Fedriga - ma lo si aiuta a ricostruirsi una dimensione occupazionale nel territorio che ha abbandonato. La realizzazione di utili forme di coordinamento per assicurare l'attuazione della misura del rimpatrio volontario assistito. È questo l'obiettivo dell'accordo di collaborazione che il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha siglato oggi a Trieste con il commissario di Governo del capoluogo giuliano, Valerio Valenti, e i prefetti di Gorizia, Massimo Marchesiello, di Udine, Angelo Ciuni, e di Pordenone, Maria Rosaria Maiorino, alla presenza del vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini. In base al protocollo, la Regione istituisce un tavolo di concertazione e programmazione territoriale e, inoltre, promuove sul territorio il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati al fine di creare una linea operativa che risulti efficace dalla prima fase, quella della segnalazione, fino all'ultima caratterizzata dal reintegro nel Paese d'origine. L'attivazione dei tavoli operativi spetta poi alle Prefetture, in sinergie con le Questure, per garantire la sicurezza, l'individuazione dei casi di cittadini in condizione di irregolarità potenzialmente interessati al rimpatrio e, infine, la predisposizione delle relative autorizzazioni.