(Lega): i diritti Lgbt+ non sono esclusiva di sinistra
"La famiglia non è un'etichetta, ma qualsiasi luogo dove due persone si amano e si rispettano. Al G7 nella dichiarazione finale c'è un riferimento esplicito all'impegno per l'uguaglianza di genere, oltre che alla condanna di tutte le violazioni e gli abusi: non mi pare si giochi al ribasso". Lo dice a Repubblica il sottosegretario leghista all'Economia Federico Freni. "Con i diritti non si scherza e la tutela dei diritti della comunità Lgbtqia+ rappresenta, per tutti, una priorità - aggiunge - Finiamola una buona volta di pensare che i diritti, al pari della cultura, siano una prerogativa esclusiva della sinistra. Liberiamoci da questo assurdo complesso: i diritti e il loro rispetto non hanno un colore politico, non possono essere oggetto di tifoserie contrapposte". "Credo fortemente in una società che non può e non deve marginalizzare. La circostanza che un certo modello possa essere maggioritario non significa debba essere l'unico. Sarebbe un errore pensare che la società ideale sia quella etica. Non condivido il pensiero di Vannacci sulle persone omosessuali". "Le unioni? Non ho alcuna preclusione al riconoscimento dei diritti e dei doveri delle persone omosessuali - afferma - Fatico a pensare che il mio cattolicesimo possa tradursi in esclusione. Sono anche un sottosegretario di Stato e ricordo sempre che l'Italia è uno Stato laico: la tutela dei diritti e dei doveri di tutti è il pilastro della nostra democrazia". Al Pride di Roma non c'era il centrodestra: "Ciascuno partecipa nel modo che ritiene più opportuno. Io scendo in campo con penna e calamaio. La musica pop a tutto volume non è nelle mie corde. Certo se il prossimo anno lo si organizzasse in un teatro d'opera...". (ANSA). J5J-LEM