Gatti con i brillantini e hashtag infiniti: i giovani triestini svelano cosa significa oggi essere “boomer” (VIDEO)

Gatti con i brillantini e hashtag infiniti: i giovani triestini  svelano cosa significa oggi essere “boomer” (VIDEO)

Ironia, generazioni a confronto, tecnologia e vita quotidiana. È da questi spunti che nasce l’esilarante vox populi raccolta dalla redazione di Trieste Cafe in occasione dell’aperitivo firmato MashUp nella suggestiva cornice di piazza Ponterosso, durante la manifestazione One Life 2025. La domanda è solo apparentemente semplice: “Cosa ti viene in mente se qualcuno ti dice ‘Ok boomer’?”.

Boomer è… chi scrive “Tanamai” invece di Tananai

Il primo a rispondere, sorridendo, è un giovane che porta subito la conversazione a un contesto familiare: “Mi viene in mente un vecchio… tipo mia mamma, che al concerto di Tananai ha scritto Tanamai”. Una svista che fa sorridere il pubblico presente e che apre la porta a una lunga serie di simpatiche confessioni.

Boomer è chi usa gli sticker glitterati su WhatsApp

Non mancano i riferimenti digitali. “Quando ti rispondono col pollice in su ai messaggi”, commenta un’altra intervistata. “Oppure – aggiunge – quando ti mandano il buongiornissimo col gatto glitterato e il sole che sorride. In quel caso, io dico sempre: Ok boomer”. Un altro incubo social? “Le foto con scritte tipo ‘Buona Pasqua’, ‘Buon Natale’, tutte rosa e azzurre, con gli angioletti”.

I post con troppi hashtag? Da boomer, ovviamente

In un’epoca in cui anche gli algoritmi vogliono la loro parte, i giovani sembrano avere le idee chiare: “Chi posta con cinquanta hashtag è un boomer. Anzi, per me gli hashtag in sé sono da boomer”, sottolinea un ragazzo con tono deciso. Ironia, sì, ma anche una nuova estetica digitale che predilige la spontaneità, a scapito della formalità tipica di chi cerca like a ogni costo.

Quando la chiamata è troppo lunga (e troppo da genitori)

Tra i segnali inequivocabili di “boomeritudine”, un classico intramontabile: “I genitori che vogliono essere chiamati invece di ricevere un semplice messaggio. Devi stare al telefono mezz’ora, e se mandi un vocale di 15 secondi si offendono…”. Ma anche “i video ai concerti girati in orizzontale”, aggiunge un altro, con un’ammissione: “Lo faccio anche io, quindi forse sono un po’ boomer pure io…”.

“Ok boomer” è anche un modo per dire “calma”

Ma c’è anche chi guarda più in profondità: “Per me essere boomer è anche voler fare tutto subito, vivere con l’ansia e la tabella di marcia”, osserva una ragazza. “Io preferisco vivere le cose con calma. Quando qualcuno è schematico, agitato, io dico: ok boomer, prendila con filosofia”.

GPT? Per qualcuno è la prima associazione

Nel pieno della rivoluzione digitale non poteva mancare una menzione all’intelligenza artificiale. “La prima cosa che mi viene in mente è GPT, lo uso tutti i giorni”, rivela un giovane, evidenziando quanto ormai il confine tra umano e tecnologico sia sempre più sottile, e quanto le nuove generazioni vivano l’AI come parte integrante del quotidiano.

Una domanda semplice, una valanga di identità

La provocazione di MashUp e Trieste Cafe ha colpito nel segno: una domanda leggera si è trasformata in un affresco autentico e ironico della contemporaneità. Dall’uso di WhatsApp al modo di affrontare la vita, “Ok boomer” è molto più che una battuta da meme: è uno specchio dei nostri tempi, delle abitudini, delle relazioni tra genitori e figli, e di un mondo in continua evoluzione.

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