"Già 300 firme a Trieste per i referendum abrogativi per rendere meno incostituzionale Rosatellum”
"Sono più di 300 le firme raccolte a Trieste per indire i referendum abrogativi della legge
elettorale, la n. 165 del 2017, nota come “Rosatellum”.
Lo rende noto il Comitato a difesa della Costituzione - Trieste, che, con molti Comitati confratelli
sparsi in tutta Italia, da alcuni giorni promuove la campagna referendaria.
L’iniziativa prevede quattro quesiti, che intendono abrogare le norme principali del “Rosatellum”,
che secondo i promotori sono in palese contrasto con i principi della Costituzione prevedendo:
1) il voto congiunto obbligatorio;
2) le soglie di sbarramento;
3) l’esenzione dalla raccolta delle firme le liste già presenti in Parlamento;
4) le pluricandidature (fino a 10 per ciascun candidato).
Si tratta – sottolinea il CdC – di un complesso di norme che, insieme alle liste bloccate (gli
elettori non possono esprimere alcuna preferenza per i candidati), sottraggono ai cittadini
ogni possibilità di scelta dei propri rappresentanti, consegnando tutto il potere nelle mani delle
segreterie dei partiti.
In questo modo il voto non è più “libero e uguale”, come prescrive l’art. 48 della
Costituzione.
Il “Rosatellum”, votato da PD, Forza Italia e Lega, nega quindi il diritto dei cittadini di
scegliere i propri rappresentanti, come già accadeva con la precedente legge elettorale
nota con il soprannome di “Porcellum” (legge n. 270 del 205), giustamente dichiarata
incostituzionale dalla Suprema Corte con la sentenza n. 1 del 2014.
Quella sentenza fu il frutto dell’ostinata battaglia condotta da centinaia di cittadini coordinati
dall’avv. Felice Besostri (di recente scomparso), a cui si devono anche i quattro quesiti referendari.
Nonostante ciò, con atto suprema arroganza, cassato il “Porcellum” è stato approvato il
“Rosatellum” (dal nome dell’allora capogruppo PD alla Camera, on. Ettore Rosato), che ne
riproduce gli aspetti peggiori.
Da ormai un ventennio, quindi, in Italia si elegge il Parlamento in virtù di leggi che
negano i principi fondamentali della Costituzione: è una delle ragioni del massiccio
abbandono del voto.
Le oltre 300 firme sono state raccolte a Trieste in alcuni tavoli collocati nel centro della città,
ai quali ne seguiranno altri nelle prossime settimane.
I prossimi tavoli per la raccolta firme saranno venerdì 19 luglio in largo Barriera Vecchia
(dalle 10 alle 13) e in Largo Bonifacio (inizio Viale) sabato 20, dalle 10 alle 19.
Si può firmare però anche
• in rete, Contribuendo con 1,90 euro alle spese (con carta di credito o anche bancomat). A
questo link le istruzioni dettagliate: https://www.iovoglioscegliere.it/prima-di-firmare
Il contributo è richiesto perché lo Stato non ha ancora ottemperato alla legge 30
dicembre 2020, n. 178, che prevedeva l’entrata in funzione dal primo gennaio 2022 (!)
di una piattaforma pubblica per raccogliere firme digitali sui referendum, e costringe
quindi a ricorrere a un servizio privato.
• presso TUTTI i Comuni italiani: in quelli della provincia di Trieste, in particolare, con
questi orari:
◦ Trieste - Municipio, Ufficio delibere, largo Granatieri 1, primo piano previo
appuntamento da prendere al tel. 040 6751 4024/8503 in orario Lun-Ven 9-12.
◦ Duino Aurisina - Municipio, primo piano a sinistra, Lun-Ven 9-12.
◦ Monrupino - Municipio, Lun-Ven 9:12; Mar. Gio. 15:30-17:30.
◦ Muggia – URP, piazza Marconi 1 piano terra, Lun-Ven 8:30-12:30; Lun. Mer. 14:30-
17:00.
◦ Dolina-San Dorligo della Valle - Municipio, piano terra a destra, Lun. 14:30-16:39;
Mer. Gio. 9-12.
◦ Sgonico - Ufficio Elettorale, Mar. Ven. 9-12; Mer. 15:30-17.
IL CdC stigmatizza il comportamento del Comune di Trieste che, verosimilmente unico in
Italia, costringe i cittadini a chiedere un appuntamento (!) per poter esercitare un proprio diritto
costituzionalmente garantito. Cosa che non avviene, come si vede, nei Comuni minori dell’ex
provincia". A riferirlo in una nota il COmitato.