«Chi ha incastrato Schengen? Riapriamo subito i confini!»

Riceviamo e pubblichiamo da Alessandra Ferluga - +Europa Trieste Omar Gardiman - +Europa Udine Joshua Giovanni Honeycutt - +Europa Pordenone Stefano Morcelli - +EuropAlpi Anna Lisa Nalin - +Europa Gino Pellegrino - +Europa Trieste Alexander Schuster - +Europa Trento Davide Sguazzardo - +Europa Carlo Barchitta - Italia Viva Emanuele Cristelli - Assemblea Nazionale Italia Viva Delio Trossolo - Italia Viva Tommaso Marangoni - Team K

 

Come Europei siamo abituati a vivere in un’Europa senza confini.

Molti di noi per motivi anagrafici non hanno neanche conosciuto dei confini tra Paesi Schengen e ora, all’improvviso, ci ritroviamo a non poter oltrepassare le frontiere e, nel migliore delle ipotesi, riusciamo a farlo ma con controlli, rallentamenti e dovendo mostrare documenti per andare a lavorare, a studiare o per vivere i nostri affetti.

Se le nostre libertà di movimento non conoscono per fortuna confini, allo stesso modo non li conoscono le sfide della globalizzazione.

E non solo le libertà, ma anche le sfide della globalizzazione dovrebbero essere affrontate e governate dalle istituzioni che uniscono il Continente: dalla sicurezza alla gestione dei flussi migratori, passando per la salute dei cittadini europei.

Mai come in questi mesi ci siamo resi conto di come sia necessario un potere federale europeo e di come la sussidiarietà, a tutti i livelli, possa salvare vite e garantire la libertà.

Nessuna nazione è in grado di chiudere i confini a un virus; nessuna nazione è in grado di mantenere solida la propria economia senza i partner europei.

Una forte risposta europea nella fase di ripartenza eviterebbe fughe in avanti e i bracci di ferro tra i singoli paesi che, tra l’altro, si contendono i turisti per la stagione estiva.

Linee guida europee, gestione e ripartenza locali: una crisi globale come quella del Covid-19 ha messo in luce come i confini nazionali siano anacronistici e inefficaci nell’affrontarla: spesso regioni contigue di nazioni diverse condividono di più tra loro rispetto a regioni di una stessa nazione, grazie a decenni di contatti: dagli studenti all’università oltre il Brennero, ai lavoratori transfrontalieri in Svizzera e Slovenia, sono molti gli esempi di cittadini che vivono quotidianamente l’Europa senza confini.

L’Europa sarà davvero unita quando saprà affrontare unita le sfide continentali e offrire a singole nazioni o a singole regioni gli strumenti per coordinarsi efficacemente tra loro.

Un’Europa che mette la sussidiarietà al centro: a livello continentale, a livello nazionale, a livello regionale.

Come liberali europei, con un’unica voce, chiediamo una riapertura dei confini, chiediamo più competenze, anche in campo sanitario, per l’Europa; chiediamo più sussidiarietà.

Solo così la globalizzazione potrà essere veramente governata nell’interesse dei cittadini europei.