Museo del Mare, al via i lavori da 33 milioni al Magazzino 26 del Porto Vecchio

“Abbiamo avviato un intervento del valore di 33 milioni di appalto, di cui 22 milioni di opere e 11 di arredi, per due anni di lavoro e il Porto Vecchio - Porto Vivo diventerà la grande opportunità della città. Dopo Puerto Madero a Buenos Aires, Amburgo e Barcellona, ora tocca a Trieste”. Lo ha detto il sindaco Roberto Dipiazza intervenendo quest’oggi (venerdì 4 novembre) alla conferenza stampa che in Porto Vecchio ha segnato la consegna all’impresa Edilcostruzioni Group per il conseguente avvio dei lavori del nuovo Museo del Mare.
 
Sul posto, oltre al primo cittadino, sono intervenuti l’assessore comunale ai Lavori pubblici e Grandi opere Elisa Lodi, con il direttore del Servizio Ambiente e verde Lucia Iammarino, il direttore dei lavori Paolo Ricci e Fabio Polisini per la Edilcostruzioni Group Srl impresa che si è aggiudicata i lavori.
 
“Oggi è una giornata importante -ha sottolineato l’assessore Elisa Lodi -perché partono i lavori del Museo del Mare per un valore di 33 milioni di euro. Si tratta di un’opera rilevante per un Museo del Mare che sarà in grado di accogliere turisti e visitatori e di essere di livello internazionale. L’intervento avrà una durata prevista di circa due anni e che vedrà una riqualificazione conservativa dell’edificio con la creazione al suo interno di “coni di luce” e anche e soprattutto del “mirador”, ovvero di una parte sopra la copertura, che sarà in grado di ospitare i visitatori che potranno godere di spazi di ristorazione e di una vista di 360 gradi su tutta la città. Si potrà seguire tutta la trasformazione del Museo del Mare all’interno del sito internet www.portovivotrieste.it”.
 
Porto Vivo – un bosco urbano tra Carso e città
www.portovivotrieste.it
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ll Magazzino 26 é il principale manufatto edilizio – per dimensioni e caratteristiche compositive, con 38 mila mq di solai – ricadente all’interno del Porto Vecchio di Trieste, nell’area retrostante il Molo 0, ubicato parallelamente alla banchina e in seconda posizione rispetto ai magazzini 24 e 25, prospicienti quest’ultimi sullo specchio d’acqua del suddetto bacino. Costituisce il punto conclusivo (o iniziale) del principale asse viario del Porto Vecchio, l’ampio viale storico, noto al tempo come Lagerstrasse, che dá struttura all’originario impianto portuale e definisce la sequenza di Magazzini portuali disposti in successione regolare a definire un’unica cortina edilizia continua, che si estende quasi ininterrotta fino all’altezza del Molo IV. Sul versante opposto, proprio accanto al Magazzino 26, oltre il principale asse viario, si dispongono altre due costruzioni significative caratterizzanti il Porto Vecchio: la Centrale Idrodinamica e la Sottostazione Elettrica, due dei maggiori esempi di archeologia industriale conservati nell’ambito della storica area portuale triestina. La destinazione d’uso originaria del fabbricato, come per la gran parte delle costruzioni esistenti in quello che al tempo fu il Neuer Freihafen, era quella di Magazzino per lo stoccaggio, ovvero la conservazione delle merci in transito o in arrivo nell’area portuale, con piccole aree destinate all’espletamento di attività amministrative o modeste attività manifatturiere. Il complesso restò in funzione come magazzino, così come altri hangar del Porto Vecchio, fino a quando non divenne incompatibile con i nuovi sistemi contemporanei di gestione delle merci che richiedevano maggiori spazi edificati e di manovra per la movimentazione dei container.
 
Redatto da Guillermo Vazquez Consuegra, il progetto di rifunzionalizzazione del Magazzino 26 si basa essenzialmente su un’operazione di restauro conservativo che soddisfa i criteri d’intervento riportati nel decreto di vincolo dove: «viene richiesto un restauro attento alla conservazione e valorizzazione dei valori propri dell'architettura portuale ottocentesca, al rispetto delle strutture originarie, all'uso di materiali, soluzioni e colorazioni compatibili con quelle originarie».
 
Il principale ed unico intervento a livello costruttivo - ossia di addizione rispetto alla preesistenza storica - consiste nella realizzazione di un nuovo volume di due livelli al di sopra della copertura dell’avancorpo centrale del Magazzino 26. Il primo di questi livelli, con rivestimento opaco, é destinato ad ospitare il ristorante e presenta un impianto planimetrico cruciforme armonicamente inserito all’interno dello spazio definito dalle quattro torrette angolari presenti nel coronamento dell’avancorpo centrale, di cui ne rispetta l’altezza complessiva e le caratteristiche formali delle stesse. Il secondo livello del nuovo corpo aggiunto, del tutto trasparente rispetto all’inferiore, corrisponde alla soluzione formale e dimensionale approvata dalla Soprintendenza nella sua configurazione finale presentata all’interno del progetto definitivo, notevolmente piú contenuta rispetto alla proposta iniziale elaborata nella sua fase di bozza. Si tratta di un volume tecnico contenente lo spazio indispensabile per ospitare le scale e gli ascensori per il pubblico a riparo dagli agenti atmosferici, avente l’uso esclusivo di accesso alle terrazze panoramiche, appositamente introdotte al di sopra del ristorante con funzione di belvedere e vista a 360 gradi sul paesaggio costiero e collinare triestino.
 
L’intervento costruttivo sugli spazi interni dell’edificio si limita alla sola addizione di pareti divisorie in corrispondenza dei corridoi trasversali esistenti agli estremi del manufatto storico, ossia quello in prossimità dell’avancorpo centrale e quello in corrispondenza della testata sud. La volontà é quella di mantenere il più possibile inalterato il carattere spaziale originale delle grandi sale del Magazzino 26, prevedendo e organizzando tutti i servizi in corrispondenza di fasce funzionali atte ad ospitare anche i nuovi collegamenti verticali, le scale e gli ascensori-montacarichi. Le nuove addizioni sul fronte rivolto verso le sale saranno riconoscibili rispetto al resto delle superfici murarie esistenti e verranno caratterizzate per mezzo di nuovi rivestimenti in cemento UHPC stampato con motivi decorativi su disegno aventi come tema il mare. Tutte le altre partizioni, sia nell’avancorpo centrale che nella testata sud, saranno realizzate con pareti vetrate, ossia divisori trasparenti che minimizzano l’impatto visivo dell’addizione garantendo permeabilità visiva e spaziale tra gli ambienti.
 
Proprio per le sue caratteristiche architettoniche, l’edificio del Magazzino 26 é stato individuato quale sede del nuovo Museo del Mare e di una pluralità di spazi destinati a ospitare istituzioni culturali, scientifiche, per la ricerca e la musealitá in senso piú ampio e condiviso.