Rebek: “Trieste ha bisogno di più prevenzione, servono strumenti reali contro furti e degrado” (VIDEO)

Rebek: “Trieste ha bisogno di più prevenzione, servono strumenti reali contro furti e degrado” (VIDEO)

Durante la puntata speciale dedicata a sicurezza, educazione e sensibilizzazione, trasmessa lunedì 19 maggio 2025 da Trieste Cafe, l’opinionista Stefano Rebek ha tracciato un quadro critico della situazione cittadina, esprimendo forte preoccupazione per l’escalation di furti e danneggiamenti subiti da numerosi commercianti triestini.

“Non possiamo cambiare vetrine ogni tre giorni: Trieste è una città, non il far west”

Rebek ha iniziato il suo intervento puntando il dito contro la scarsa efficacia del sistema di videosorveglianza urbano. Pur dichiarandosi favorevole alle telecamere, ha sottolineato come queste non bastino senza un software in grado di analizzare le immagini in tempo reale. “Così com’è ora – ha detto – serve a poco. Magari si scopre qualcosa dopo tre giorni, ma intanto il danno è fatto e chi l’ha subito non ha più risposte.”

A preoccupare l’opinionista è anche l’impotenza percepita da parte di chi subisce questi reati. “Un imprenditore oggi è spaventato. Ogni settimana deve cambiare le vetrate. In una piazza come la nostra si spacca un vetro, si fa rumore, ma nessuno vede nulla. L’unica prova arriva dal video di qualche passante che filma invece di chiamare il 112. Questa è la mentalità da cambiare.”

“La zona rossa era un deterrente: ora non c’è più”

Rebek ha anche lamentato l’assenza di un presidio fisso in centro città. “Una volta c’era la zona rossa, super controllata. Oggi non c’è più e questo ha avuto un impatto diretto sulla sicurezza”. Secondo lui, occorre ripensare radicalmente l’intero sistema di controllo e investire di più nella prevenzione piuttosto che solo nella repressione post-fatto.

“I dati? Si manipolano facilmente. Servono numeri reali, non propaganda”

Altro tema centrale dell’intervento è stato il valore (e il limite) dei dati divulgati sulla sicurezza e sui controlli. “Basta dire che sono stati fatti migliaia di controlli ai confini – ha dichiarato Rebek – ma se non fermano nemmeno l’1 per mille delle persone sospette, che senso ha? Un dato numerico può essere creato su misura per compiacere chi lo richiede. Non è questo che serve alla città”.

“Manca una cultura della sicurezza reale: servono mezzi, risorse e volontà politica”

Nel finale, Rebek ha ribadito con forza un messaggio chiaro: “La prevenzione a Trieste semplicemente non esiste, ma non è colpa degli agenti. Gli operatori delle forze dell’ordine si fanno in quattro, ma servono strumenti e volontà politica. Non si può più parlare di aria fritta. Servono soluzioni vere. Ogni furto, ogni serratura sfondata è una ferita alla nostra comunità”.

Il suo intervento ha acceso il dibattito anche tra gli altri ospiti, presenti in diretta con lui: Jonathan Scaglione (Siulp Trieste) e Marco Imburgia (Siap Trieste), moderati da Luca Marsi.

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