Inaugurata in Palazzo Gopcevich la mostra “Memorie nel marmo. i Sette cimiteri di Trieste”:
Questa mattina (21/4/2023) nella Sala “Attilio Selva” di Palazzo Gopcevic, alla presenza del presidente dell'Assemblea municipale Francesco Di Paola Panteca, di Stefano Bianchi, responsabile dei Musei Storici e Artistici, del curatore Luca Bellocchi e del fotografo Marino Jerman è stata inaugurata la mostra «Memorie nel marmo», un viaggio fotografico nei sette cimiteri di Trieste attraverso i volti dei personaggi cardine dell’emporio ottocentesco e novecentesco.
La mostra è promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, ed è realizzata dal Servizio Promozione Turistica, Musei, Eventi Culturali e Sportivi – Musei Storici e Artistici.
Il presidente dell'Assemblea municipale Francesco Di Paola Panteca, dopo aver portato il saluto dell’Assessore comunale alle Politiche del Turismo, Giorgio Rossi e del Sindaco Roberto Dipiazza, ha sottolineato l'immenso patrimonio culturale presente nella nostra città a testimonianza di una società multireligiosa e multiculturale e quanto questa mostra, attraverso le sue foto e i testi, contribuirà a farne conoscere la sua storia.
Stefano Bianchi, responsabile dei Musei Storici e Artistici, ha spiegato come l'iniziativa è partita da un'idea del Sindaco Roberto Dipiazza che, dopo aver visitato i sette cimiteri di Trieste insieme a Luca Bellocchi, ne è rimasto affascinato, tanto da voler realizzare una pubblicazione, attualmente in corso di stampa. Man mano che il testo della pubblicazione prendeva corpo, attraverso i testi di Luca Bellocchi e le fotografie di Marino Jerman, si è deciso di allestire questa mostra, prodotta dal Servizio promozione turistica, musei, eventi culturali e sportivi e nella fattispecie dal nucleo dei Musei Storici e Artistici.
Le immagini di Marino Ierman e i testi di Luca Bellocchi conducono il visitatore alla scoperta di viali, statue, allegorie, mausolei e iscrizioni che danno vita a un reticolo artistico, storico, sociale, etnografico di straordinaria importanza per riscoprire un recente passato.
I sette cimiteri della città si dipanano lungo un’unica strada, dritta e senza curve, che porta evocativamente il nome di via della Pace e sono chiara testimonianza di una società multireligiosa, multietnica e multiculturale, caratterizzata da una spiccata convivenza tra genti diverse.
La nascita delle nuove necropoli triestine viene letta attraverso i monumenti che celebrarono i successi della rampante borghesia dei secoli scorsi. Così le opere, realizzate da numerosi artisti, forestieri e locali, quali Antonio e Francesco Bosa, Luigi Ferrari e Giovanni Duprè, Francesco Pezzicar, Giovanni Mayer, Gianni Marin e Franco Asco, sino a giungere al viennese Rudolph von Weyr e al dalmata Ivan Rendić, creano una variopinta geografia artistica, carattere peculiare di queste terre di frontiera.
«Memorie nel marmo» mostra il cimitero come luogo del silenzio assordante: tanta calma e tanta quiete camminano a braccetto con le centinaia di storie che le famiglie triestine, greche, serbe, tedesche, inglesi, armene, svizzere, avrebbero da raccontare attraverso le loro imprese, attraverso le gesta dei grandi navigatori, dei commercianti e degli enormi imperi emporiali che fecero di questo angolo di mondo una delle culle del commercio mondiale e delle assicurazioni.
Tali famiglie vollero, per vincere l’oblio, ricordare gli armatori, i banchieri, gli assicuratori, i mercanti con sepolcri monumentali e con poetiche epigrafi, commissionati a grandi scultori o a semplici scalpellini.
In «Memorie nel marmo» l’itinerario attraverso i cimiteri triestini presenta almeno due interessanti chiavi di lettura. Infatti, oltre a permettere la riscoperta di episodi e tesori d’arte dimenticati, getta un ideale ponte tra la scena artistica locale e i movimenti nati in seno ai principali centri d’arte in Europa. Anche nel campo della statuaria funebre, gli artisti che si resero protagonisti degli interventi più significativi erano sostanzialmente i medesimi che ricevevano le commissioni dalla ricca, potente ed esigente borghesia triestina e dalle istituzioni per commissioni private oppure per realizzare opere di statuaria pubblica.
Luca Bellocchi da anni si occupa di attività legate alla didattica, alla ricerca e della cura di mostre; ha tenuto laboratori e lezioni presso l'Università degli Studi di Trieste, presso l'Università del Litorale di Capodistria e presso l'Università della Terza Età Danilo Dobrina. Vive a Trieste, è insegnante di lettere nella scuola secondaria, collabora con alcune prestigiose istituzioni museali in Italia e all’estero e coltiva una smodata passione per i temi dell’Ottocento triestino, in particolare per quelli relativi alla scultura. Nel 2016 ha pubblicato «All'ombra de' cipressi e dentro l'urne. I cimiteri di Sant'Anna a Trieste e di Cosala a Fiume».
Marino Ierman è fotografo professionista e allestitore presso i Civici Musei di Storia ed Arte del Comune di Trieste. Storico marionettista dei Piccoli di Podrecca, ama il teatro, l’arte, il mare e la sua città, Trieste: passioni che traspaiono nel suo modo di fotografare. Collabora con istituzioni culturali pubbliche e private, anche internazionali. Svolge attività di docenza e tirocinio per studenti di scuole superiori e universitari. Oltre agli scatti dedicati al mondo industriale e della pubblicità, meritano particolare attenzione le campagne fotografiche dedicate al mondo dell’arte. I suoi lavori sono stati pubblicati in oltre 1000 cataloghi di mostre e musei italiani ed esteri, ha allestito oltre 300 mostre e svariati musei.
La mostra resterà aperta fino a domenica 16 luglio 2023, da martedì a domenica, dalle 10 alle 17, con ingresso gratuito.
Visite guidate con il curatore Luca Bellocchi si svolgeranno nelle seguenti giornate:
domenica 30 aprile ore 10
lunedì 1 maggio ore 10
domenica 21 maggio ore 10
venerdì 2 giugno ore 16
sabato 3 giugno ore 16
domenica 4 giugno ore 10
domenica 25 giugno ore 10
Info
Sala Attilio Selva, palazzo Gopcevich
Via Rossini, 4
+ 39 040 675 4068
www.triestecultura.it