Paolo Rumiz e ESYO Orchestra, martedì spettacolo-evento al Castello di San Giusto

È previsto alle ore 21 di martedì 31 luglio, nel piazzale delle Milizie del Castello di San Giusto, l’inizio del concerto della ESYO Orchestra, accompagnata dallo scrittore Paolo Rumiz. L’ensemble torna ad esibirsi per il terzo anno consecutivo nell’ambito della rassegna “Trieste Estate”, a cura del Comune di Trieste, per il terzo anno consecutivo. ESYO, un’orchestra per l’Europa

Settanta giovani musicisti provenienti da Croazia, Albania, Ungheria, Cina, Polonia, Estonia, Italia, Slovenia, Serbia, Romania e Ucraina. Una voce narrante, quella di Paolo Rumiz, che racconta i grandi temi dell’Europa di oggi e di ieri. Questa la formula della ESYO, European Spirit of Youth Orchestra: un progetto unico nel panorama delle orchestre sinfoniche giovanili internazionali, che si rinnova ogni anno coinvolgendo talenti sempre nuovi selezionati nelle più prestigiose scuole di musica europee.

Una scuola di convivenza per giovani studenti di culture diverse creata dal maestro Igor Coretti Kuret, direttore d’orchestra di origini slovene che da trent’anni offre a nuove generazioni di musicisti l’occasione di vivere un’esperienza sinfonica e al tempo stesso di confrontarsi con i valori della cooperazione e dell’impegno civile.

Dal 2015 la voce di Paolo Rumiz, scrittore e giornalista di fama internazionale, è diventata parte integrante dell’orchestra. Le sue composizioni narrative, modulate sulle sinfonie, si sviluppano attorno a un tema diverso ogni anno.

Nel momento in cui attorno a noi tornano reticolati e si parla di chiusura di porti, l’orchestra diretta dal maestro Igor Coretti Kuret ci offre il miracolo di un’Europa “sinfonica”, dove ragazzi giunti da Paesi talvolta antagonisti fra loro, vivono, grazie all’ascolto, la loro diversità non come problema ma come inestimabile ricchezza.

Prima che di politici, in questo momento difficile, l’Unione Europea ha bisogno di aedi.

Le storie che Rumiz narrerà – tratte dai libri “Trans Europa Express” e “Come cavalli che dormono in piedi” – si sposeranno con la musica di J.S. Bach, J. Sibelius, P. I. Cajkovskij, M. Musorgskij, G. Rossini, E. Elgar e S. Rachmaninov.

“Ho prestato la mia voce a questi giovani perché ho visto un maestro trasformare, in un attimo, una babele di lingue in armonia. Un segnale sinfonico, in grado di zittire l'urlo dei fondamentalismi assassini, il raglio dei seminatori di zizzania e il rumore di chiavistelli che divide l'Europa”.

Paolo Rumiz