Era annunciato come uno dei più importanti concerti in regione della primavera e non ha tradito le aspettative, venerdì sera Goran Bregović ha letteralmente stregato per più di due ore il pubblico del Politeama Rossetti, gremito in ogni ordine di posto, con una forte presenza delle comunità slave e il 20% di biglietti venduti oltre confine.
A più di 5 anni dalla sua ultima apparizione a Trieste, l'icona mondiale della musica balkan ha scelto il capoluogo regionale per l'unica data nell'intero Triveneto, organizzata da VignaPR, del suo ultimo straordinario progetto "Three Letters from Sarajevo", incentrato sul tema della diversità religiosa e della coesistenza pacifica (sul palco ha spiegato in un ottimo italiano che è di Sarajevo, che è nato su una frontiera, l'unica dove si incrociavano ortodossi, cattolici, ebrei e musulmani).
Accompagnato da un'inedita e multietnica formazione di 18 elementi (un sestetto maschile della Chiesa Ortodossa, due voci femminili bulgare, un quartetto d'archi e la sua storica band di ottoni), Goran Bregović ha confermato ancora una volta tutta la sua forza e la capacità davvero unica di parlare da sempre al cuore e all'animo delle persone.