Sorpresissima al Politeama Rossetti, meritatissimo Sigillo Trecentesco a Lorenzo Pilat. Tripudio del teatro
Nella storia culturale di Trieste, poche figure hanno lasciato un'impronta tanto profonda quanto Lorenzo Pilat. A distanza di 5 anni dal ricevimento della Medaglia Bronzea in occasione del suo ottantesimo compleanno, riconoscimento conferitogli dal Comune di Trieste per il suo impegno e la sua dedizione artistica, Pilat oggi ha ricevuto un altro prestigioso onore: il Sigillo Trecentesco della città.
La carriera di Pilat, intrisa di passione e impegno, è stata un faro per la sua generazione di artisti. La sua capacità di catturare l'essenza della vita triestina nelle sue opere lo ha reso non solo un tesoro locale, ma anche un ambasciatore della cultura triestina nel mondo. Questa sera, il Vicesindaco Serena Tonel ha consegnato il Sigillo Trecentesco, un riconoscimento che sottolinea il ruolo significativo di Pilat nell'epoca culturale della città.
Il Sigillo è stato consegnato durante una serata speciale al Teatro Politeama Rossetti di Trieste, dove si è tenuto il concerto tributo per i suoi ottantacinque anni. Questo evento, intitolato "Love me Night - Lorenzo Pilat da Trieste a Las Vegas" in onore della celebre canzone di Pilat, è stato un'occasione memorabile, unendo musica, arte e celebrazione in un tributo vivente alla carriera di un artista eccezionale.
Durante la cerimonia di consegna del Sigillo Trecentesco al maestro Lorenzo Pilat, il Vicesindaco di Trieste, Serena Tonel, ha sottolineato il valore del contributo di Pilat alla cultura triestina. Ha evidenziato il suo ruolo nel portare il nome di Trieste nel mondo, il suo talento nello scrivere canzoni meravigliose e il suo impegno nel mantenere vivo il dialetto triestino. Tonel ha riconosciuto l'importanza di Pilat nel rendere attuali e innovative le tradizioni locali, apprezzando le sue interpretazioni delle canzoni in triestino e sottolineando il forte legame che ha creato con la città. La consegna del Sigillo Trecentesco da parte del vicesindaco, a nome del Sindaco Roberto Dipiazza e della comunità cittadina, rappresenta un riconoscimento significativo del ruolo di Pilat come custode del cuore culturale e linguistico di Trieste.
Attraverso i suoi lavori, Pilat ha trasmesso una visione della vita intrisa di bellezza e significato, influenzando non solo i suoi coetanei ma anche le generazioni future. La consegna del Sigillo Trecentesco non è solo un riconoscimento delle sue realizzazioni passate, ma anche un omaggio al suo impatto duraturo sulla cultura e sull'arte di Trieste.
La storia di Pilat è una testimonianza del potere dell'arte di ispirare, unire e celebrare la nostra umanità comune. Con ogni nota, ha tessuto un legame indissolubile con la sua città, lasciando un'eredità che continuerà a risuonare per molti anni a venire.
La cronistoria di Lorenzo Pilat: dalle origini a icona musicale
Lorenzo Pilat, nato a Trieste il 24 giugno 1938, è entrato nel mondo della musica come una stella nascente, brillando per la sua eccezionale abilità sia come cantante che compositore. Con uno pseudonimo che risuona nei cuori degli appassionati, Pilade, l’artista triestino ha iniziato la sua avventura artistica a Milano dopo aver conseguito il diploma di perito industriale in Elettronica.
Il suo talento emerge presto, conquistando la sezione Giovani del Festivalbar e attirando l'attenzione di Adriano Celentano, che lo introduce nel Clan. Da qui, Pilat si fa conoscere al grande pubblico con successi come "Charlie Brown" e "Un po' di vino", quest'ultimo in duetto con Celentano.
Gli anni '60 vedono Pilat affermarsi non solo come cantante, ma anche come autore di rilevanza nazionale. Tra i suoi contributi più significativi, la composizione di "Nessuno mi può giudicare", che lancia Caterina Caselli nell'olimpo della musica italiana. Collabora poi con Gigliola Cinquetti in brani di successo come "La rosa nera" e "Alle porte del sole", vincitore di Canzonissima nel 1973. La sua opera "Sì", presentata da Cinquetti all'Eurovision Song Contest del 1974, ottiene un lusinghiero secondo posto.
Il successo di Pilat si estende anche ad altri artisti, con hit come "Finché la barca va" e "Non illuderti mai" per Orietta Berti, e "Quanto è bella lei" per Gianni Nazzaro. La sua abilità di autore trova spazio anche nello Zecchino d'Oro, dove contribuisce con due canzoni.
Nel Festival di Sanremo, Pilat si distingue come autore in 23 edizioni, con un apice nel 1969 con "Alla fine della strada", portata al successo mondiale da Tom Jones. Come interprete, Pilat partecipa tre volte al Festival di Sanremo, emergendo nel 1975 con "Madonna d'amore", premiata per il miglior testo.
La sua discografia è un viaggio attraverso varie fasi artistiche, includendo album come "Trieste matta" e singoli come "Charlie Brown".
Il successo internazionale che consacra la carriera dell’artista
La sua fama internazionale è suggellata dalla vittoria di un Grammy Award negli anni '80 per la canzone "Love me tonight".
Negli anni recenti, Pilat continua a incantare il pubblico con nuove versioni di classici e composizioni in dialetto triestino, dimostrando un impegno costante nel rinnovare e celebrare le sue radici culturali. La sua discografia in dialetto triestino, raccolta in sei CD, è un omaggio alla sua città natale e una dimostrazione della sua versatilità artistica.
Oltre alla sua carriera musicale, Pilat ha anche lasciato il segno nel mondo del cinema con le sue composizioni e arrangiamenti di colonne sonore, confermando la sua poliedricità artistica. La sua presenza in programmi televisivi popolari come il Festivalbar e il Maurizio Costanzo Show ha ulteriormente consolidato la sua fama e il suo legame con il pubblico.
Il contributo di Lorenzo Pilat alla musica italiana non si misura solo nelle sue canzoni, ma anche nell'influenza che ha esercitato su generazioni di artisti e appassionati. La sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, il suo tocco melodico e la sua profonda comprensione della cultura musicale lo rendono una figura emblematica e un vero tesoro della musica italiana.
La serata di oggi al Teatro Politeama Rossetti, dove ha ricevuto il Sigillo Trecentesco, è più che un riconoscimento: è una celebrazione di una vita trascorsa a innalzare l'arte e la cultura, lasciando un'impronta indelebile nella storia musicale italiana e internazionale.