Corteo del Primo Maggio, Polacco (FI): “Simboli titini e indifferenza. Trieste merita rispetto”

Corteo del Primo Maggio, Polacco (FI): “Simboli titini e indifferenza. Trieste merita rispetto”

Durante il corteo del Primo Maggio a Trieste, alcuni manifestanti hanno sfilato con bandiere jugoslave e simboli del IX Corpus titino, un gesto che non è passato inosservato e che ha suscitato la dura reazione di Alberto Polacco, segretario provinciale di Forza Italia e capogruppo in Consiglio comunale.

“Un’offesa alla città e alle famiglie degli esuli”

Polacco ha definito “una carnevalata” la presenza di queste effigi, accusando apertamente l’indifferenza generale dei partecipanti e dei rappresentanti politici presenti. Il riferimento è al significato storico del Primo Maggio 1945 per Trieste: la data in cui ebbe inizio l’occupazione jugoslava sotto Tito, un periodo ricordato da molte famiglie come l’inizio di un dramma collettivo.

“Dopo l’imbrattamento della Foiba, un altro sfregio alla memoria”

Nel comunicato, il segretario di Forza Italia lega quanto accaduto durante il corteo odierno a un precedente episodio verificatosi durante il Giorno del Ricordo, quando venne imbrattata la Foiba di Basovizza, Monumento Nazionale. Polacco denuncia il ripetersi di atteggiamenti che offendono la memoria storica di Trieste e dei suoi cittadini, in particolare di chi ha vissuto il dramma dell’Esodo giuliano-dalmata.

Un appello alla politica e alla giustizia

L’esponente azzurro auspica che queste manifestazioni non restino impunite e chiede alla sinistra una presa di posizione chiara, accusando alcuni partiti di mancanza di coraggio politico nel condannare apertamente i nostalgici del comunismo titino. L’auspicio finale è che le autorità competenti intervengano per accertare eventuali responsabilità.

“Il negazionismo va combattuto, sempre”

Polacco conclude il suo intervento sottolineando la necessità di non restare indifferenti: “Lo sfregio ai Martiri delle Foibe è uno sfregio a Trieste e alla sua storia. Il negazionismo va affrontato e condannato ogni volta che si ripresenta.”