Funerale Maurizio Fermeglia, Don Malnati: 'Triestino libero, sincero che ha dato lustro a ricerca'
Discorso Mons. Ettore Malnati funerale del prof. Maurizio Fermeglia
"Rettori dell'Università, sindaci di Trieste e Udine, ma soprattutto voi, persone che avete avuto l'opportunità di stimare l'opera di Maurizio, un Triestino libero, sincero, che ha dato lustro alla ricerca e che ha saputo essere così semplice nel camminare accanto ai suoi studenti, mai lasciando nessuno indietro. Io sono testimone di tante sue confidenze da docente, e non parlo di quelle da rettore, ma da docente, da padre di famiglia, ma soprattutto da amico di questa nostra società che ha bisogno di persone che sappiano non solo criticare, ma accompagnare e essere entusiaste, e anche quelle che a volte sanno prendere le distanze, perché non tutto è bello come il giorno, né tutto è brutto come la notte. Maurizio sapeva fare discernimento, era capace di esprimere con lealtà il suo pensiero, che non a tutti è piaciuto, ma questa era la sua vita; era un uomo libero, un profondo educatore e sapeva trasformare la complessità della terminologia della ricerca in una realtà semplice.
Non voglio fare propaganda, ma per capire meglio, guardate - spero che Telequattro possa trasmettere - la conferenza che lui ha tenuto due settimane fa al nostro “Studium Fidei”, dove è stato mio consigliere per trent'anni, molto equilibrato e giusto, sull'idrogeno. Vedete la capacità didattica di questo professore, di questo amante della scienza, di questo vero amico degli studenti.
E poi, ringrazio Sabrina, la professoressa Sabrina, moglie di Maurizio, che ha voluto che noi salutassimo qui in questa chiesa suo sposo, mio caro amico e grande alpino. Tante cose ricordo. Ricordo una cosa che spero non faccia del male a nessuno dal punto di vista affettivo. Mi piace questa chiesa perché è sobria, mi ricorda le montagne. E poi, quella statua della Madonna, no? Mi ricorda un canto alpino.
Qui finisco. E poi i nostri incontri scientifici, perché non eravamo solo dei teorici, ma il suo umorismo dava un altro senso ai nostri incontri e mi calmava, mi dava quell'equilibrio importante.
Caro Maurizio, mi mancherai, ma mancherai soprattutto alla tua sposa Sabrina, a tuo figlio, che io chiamo il “barbarossa”, a tua figlia Alice, alla tua bella famiglia, a tua suocera. Mancherai a molti. Mancherai anche all'Università. Forse non a tutti, ma a buona parte, alla maggior parte, mancherai."