Cresce l'asse Trieste-Napoli nel caffè: nuova certificazione nella GDO
Cresce l'asse Trieste-Napoli nel caffé: l'expertise triestino nella certificazione attesta la qualità di un noto marchio napoletano della grande distribuzione. Emerge, al contempo, l'esigenza di un tavolo di lavoro condiviso per garantire tutela alla materia prima.
I laboratori di analisi di Imperator hanno rilasciato una nuova certificazione di qualità specialty attraverso il sistema Q Coffee, confermando come l'alta qualità del caffè stia conquistando anche il grande pubblico, superando i confini della nicchia per abbracciare il mercato mainstream.
La certificazione, rilasciata presso la sede triestina di Imperator - primo e unico In-country Partner (ICP) italiano selezionato dal Coffee Quality Institute (CQI) - evidenzia una tendenza in crescita che vede sempre più realtà produttive, inclusi grandi marchi storici come Kimbo con la sua nuova linea Sapiente, investire nel segmento specialty per rispondere alla crescente domanda di qualità superiore da parte dei consumatori. Tuttavia, questo successo della certificazione specialty mette in luce una sfida sempre più evidente nel settore: la necessità di criteri di valutazione standardizzati e uniformi, simili a quelli esistenti nel mondo del vino. Il sistema del Coffee Quality Institute, pur rappresentando attualmente il gold standard internazionale, è in continua evoluzione e a partire da settembre 2025 potrebbe subire significative modifiche nei criteri di valutazione.
"La crescente popolarità dello specialty coffee rende sempre più urgente la definizione di un disciplinare ufficiale, stabile e universalmente riconosciuto, ma soprattutto condiviso da tutti gli attori della filiera", spiega Alberto Polojac, responsabile qualità di Imperator. "Così come nel vino esistono disciplinari precisi che definiscono denominazioni di origine e livelli qualitativi con criteri immutabili, anche il caffè specialty necessita di un proprio disciplinare che stabilisca standard certi. Tuttavia, questo non può essere il risultato del lavoro di un singolo ente, ma deve nascere dalla collaborazione corale tra certificatori, produttori certificati, importatori, distributori e tutti quelli che si occupano dell’estrazione finale".
"Servirebbe un disciplinare specifico per il caffè specialty sviluppato da un team multidisciplinare che includa tutti gli attori della filiera", continua Polojac. "La tutela del caffè di qualità non può essere responsabilità di un singolo soggetto, ma deve nascere dalla sinergia tra più soggetti interessati. Solo lavorando insieme, in maniera corale, possiamo garantire standard certi e immutabili che tutelino sia i produttori che i consumatori. Un disciplinare condivisostabilirebbe una volta per tutte i parametri qualitativi, proprio come avviene per le denominazioni vinicole, ma con il valore aggiunto di essere stato creato da chi ogni giorno opera nel settore".
"Il nostro ruolo di unico In-country Partner italiano del Coffee Quality Institute ci pone in una posizione privilegiata per promuovere questa visione collaborativa", conclude Polojac. "È nostro dovere fare da catalizzatore per la creazione di un team multidisciplinare che includa certificatori, aziende certificate, importatori e distributori, tutti uniti nella tutela corale del caffè specialty. Solo attraverso questa collaborazione potremo sviluppare un disciplinare stabile e universalmente riconosciuto, che accompagni la crescita sostenibile del settore in Italia e nel mondo. Un disciplinare che garantisca che il lavoro del certificatore sia duraturo e valido a livello internazionale. La qualità del caffè è una responsabilità condivisa che richiede l'impegno di tutti gli attori della filiera".