Centenario Triestina, venerdì a Palazzo Gopcevich inaugurazione della mostra fotografica

Sarà inaugurata domani, venerdì 20 aprile, alle ore 18.00, nella sala Selva di Palazzo Gopcevich, in via Rossini 4 a Trieste, la mostra “Oltre il 90°: la Triestina e Trieste nello sguardo dei fotografi della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte” che, nell’approssimarsi del centenario dalla nascita della squadra di calcio cittadina, propone un percorso narrativo, costituito da immagini degli anni Cinquanta e Sessanta di Trieste e della sua squadra, come fissate dagli obiettivi dei fotografi dell’epoca.

La rassegna è stata presentata ufficialmente oggi (giovedì 19 aprile) dall'assessore comunale alla Cultura e Sport, assieme ai soci costitutivi del comitato "Unione", formatosi per celebrare il Centenario della Triestina, con  Mauro Milanese, amministratore unico della Triestina, Sergio Marassi, presidente del Centro coordinamento dei Triestina Club e Lorenzo Campanale, portavoce della Curva Furlan, nonché da  Stefano Bianchi, responsabile comunale dei Musei storici e artistici e da Claudia Colecchia, responsabile della Fototeca e curatrice della mostra.

Ideata e realizzata dai Civici Musei di Storia e Arte, la mostra passa attraverso l'affermazione in serie A dell’Unione Sportiva Triestina, nel dopoguerra, che coincide con il consolidamento economico e politico della città e progressivamente il  risollevarsi tra slanci e contraddizioni, conquiste e conflitti. L’andamento ascendente e discendente della squadra è, per certi versi, speculare a quello della vita dei cittadini triestini.

L’indagine fotografica è congiuntamente testimone degli eventi sportivi e di quelli di cronaca, delle trasformazioni economico-sociali e delle abitudini. La rappresentazione fotografica proposta consente di tratteggiare una storia della città e delle sue mutazioni, sotto molteplici profili: architettonici, sociologici, antropologici, di cui lo sport è parte integrante. Intrecciata alla narrazione della quotidianità cittadina, i fotografi ci restituiscono flash dell’epopea sportiva di quegli anni: il racconto iconografico dei giorni della settimana, che cattura i momenti pubblici, il mondo del lavoro, la vita famigliare, il tempo libero, ricomprende anche il tifo alabardato, evento domenicale per eccellenza. Repertorio antropologico di scatti al maschile, ma in cui timidamente si affaccia anche la rappresentanza femminile. Tutti, a vario titolo, sono protagonisti: giocatori, pubblico, tifosi e costume.

La straordinaria ricchezza delle immagini presenti nella Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte consente di disporre di testimonianze provenienti da archivi diversi, tra cui: Ugo Borsatti, Adriano de Rota, con cui collabora Fulvio Bronzi, Silvio Vuga e Marcello Bari, che fonderanno Attualfoto, l’agenzia Giornalfoto, dove lavora anche Vinicio Vallon, che proseguirà l’attività per conto proprio, fondando FotoViva (il cui archivio è anch’esso conservato in Fototeca), Gianni Anzalone, Mario Magajna, Alfonso Mottola, lo Studio Pozzar.

Professionisti che provengono da esperienze diverse, che documentano la realtà in modo soggettivo, ma accomunati tutti dallo straordinario desiderio di testimoniare l’amore per la città giuliana. Professionisti che svolgono la propria attività su committenza. È committente il privato cittadino, che desidera immortalare i giorni più importanti della propria vita, come il matrimonio o il battesimo dei figli. È committente il Comune che acquista i servizi fotografici per attestare le attività istituzionali: inaugurazioni, discorsi pubblici, visite ufficiali. Altri committenti sono gli stabilimenti industriali e i negozi che documentano e pubblicizzano l'efficienza produttiva e commerciale.Sono committenti le testate delle riviste che scoprono la fotografia, non come mero supporto descrittivo alla notizia, ma piuttosto come efficace sintesi di fatti, strumento che consente di arrivare a un più largo pubblico.

Con l’esplosione dell'industria d'intrattenimento: cinema, teatro, romanzi rosa, fotoromanzi e televisione, anche la fotografia ridefinisce identità e priorità, riproducendo i cambiamenti dei costumi, le sfilate delle miss, il mondo dello spettacolo, le vacanze. Il modello familista diviene dominante: di attori, cantanti, calciatori, allenatori si descrive la vita intima.

Nello sport sono ritratti personaggi in posa, con atteggiamenti ieratici, in grado di esaltare l’afflato retorico di gesta eroiche. Ma la fotografia sportiva cattura anche l’attimo che racconta il culmine di irripetibili prodezze.

La microstoria si interseca con la Storia ufficiale. Lo sport consolida la sua valenza politica: la Triestina resta in Serie A nel 1947, nonostante meriti la retrocessione, per non creare un vulnus nel percorso di costruzione del sentimento italico. Dal diario iconografico emerge una rappresentazione fortemente caratterizzata da fede, dedizione, gioia, sofferenza, passione, suscitati dalla <<Squadra paesana>>: la simbiosi della città con la propria squadra, efficacemente espressa nel nome <<Unione>>, capace di far dimenticare per 90 minuti, la quotidianità.

L’apparecchio fotografico tuttavia non si limita a perlustrare il mondo di chi ha successo, c'è anche il mondo dei vinti, descritti nel cinema neorealista. Trieste, con inquietudine crescente, conosce, negli anni Cinquanta, i volti dei profughi e degli sfollati e, negli anni Sessanta, i volti degli operai in sciopero e degli studenti alle prese con le occupazioni universitarie. Lo sguardo del fotografo risulta obiettivo e al contempo evocativo, mentre paesaggi umani e fisici si fondono in una sorta di intricato arazzo sociale.

Oltre il 90°: la Triestina e Trieste nello sguardo dei fotografi della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte” rimarrà aperta fino al 17 giugno con ingresso libero e gratuito seguendo il seguente orario: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 18.00, chiuso il lunedì.