Chiusura area a caldo, USB: «Ricollocazione totale a parità di condizioni normative ed economiche»

«Il ministero dello sviluppo economico garantisce occupazione ed un intervento diretto. Si è svolto l’atteso incontro al Ministero dello sviluppo economico che doveva servire a dipanare dubbi e perplessità sulle recenti dichiarazioni rilasciate dall’azienda mezzo stampa. Tavolo ministeriale che si è svolto in presenza dello stesso Ministro Patuanelli, Il presidente della regione FVG Fedriga, il sindaco di Trieste, Il Presidente dell’Autorità Portuale Zeno D’agostino. Presenti anche gli assessori regionali al lavoro (Bini e Rosolen) nonchè i rappresentanti del ministero dell’ambiente e del lavoro». «L’azienda a questo tavolo nelle sue primissime dichiarazioni ha ribadito la volontà di dismettere completamente l’area a caldo, realizzando però una serie di investimenti destinati al potenziamento del laminatoio e dell’area di banchina anche in un’ottica di riassorbimento delle maestranze. Tali affermazioni, sono state registrate positivamente dalle istituzioni ministeriali, regionali e locali che hanno comunque dato ampia disponibilità a sostenere un percorso di garanzia totale dell’occupazione e di intervento diretto nel percorso di dismissione bonifica e riqualificazione delle aree». «In questo - ancora -  quadro è rientrata anche la disponibilità dell’Autorità Portuale, che pur non avendo ancora chiarito gli aspetti di “proprietà” di quelle aree, ha dato la sua disponibilità a sostenere eventuali interventi anche in merito alla ricollocazione del personale. Come USB – pur avendo ottenuto durante l’incontro rassicurazioni importanti – ci siamo resi disponibili ad affrontare questo percorso di dismissione solo a fronte di determinate garanzie e premesse che possiamo riassumere in 3 punti:

1. Formalizzazione della ricollocazione totale a parità di condizioni normative ed economiche di tutto il personale coinvolto nel processo di dismissione. 2. Presentazione da parte del gruppo Arvedi di un piano industriale riguardante Laminatoio, logistica/banchina e centrale con l’individuazione degli investimenti necessari, dei carichi di lavoro e della conseguente ricollocazione di personale proveniente dall’area a caldo. Su questo tema abbiamo chiesto al Mise di farsi da garante del piano industriale stesso, anche con la sottoscrizione di un nuovo accordo di programma. 3. Come USB abbiamo introdotto la necessità di discutere al più presto di un piano straordinario di intervento finalizzato a nuovi insediamenti industriali e riconversione delle aree interessate, rivendicando la regia e la riappropriazione da parte del soggetto pubblico di questa partita. Oggi il porto può dare le attese risposte occupazionali soltanto se inserito in un percorso più ampio per la città di Trieste, legata ad una nuova idea per un modello di sviluppo economico del territorio, con una progettualità di filiera industriale a valorizzazione delle potenzialità del porto anche ad in merito all’extraterritorialità doganale prevista per il manufatturiero che andrebbe insediarsi in quelle aree.
«USB - conclude la nota - infine ritiene che questo incontro - comunque ancora interlocutorio - sia stato positivo ed abbia gettato le basi per una discussione seria per la tutela del lavoro e della salute. La dismissione dell’area a caldo non può essere soltanto un occasione per l’imprenditore, ma deve tradursi necessariamente in un occasione per tutti i lavoratori e la città di Trieste. Davanti ad un percorso così chiaro non ci sono alibi o scelte diverse, ed è responsabilità di tutti oggetti coinvolti dipingere un quadro veritiero (e assolutamente non drammatico) per dare risposte eali alle lavoratrici ed ai lavoratori coinvolti.