Sclip vs Rescigno, botta e risposta sul Porto Vecchio: «Spazio ai cittadini» / «Motore di sviluppo per tutti» (VIDEO)

Sclip vs Rescigno, botta e risposta sul Porto Vecchio: «Spazio ai cittadini» / «Motore di sviluppo per tutti» (VIDEO)

Diretta serale di Trieste Cafe: sul ring del confronto pubblico si sono affrontati Giorgio Sclip (Punto Franco) e Vincenzo Rescigno (Fratelli d’Italia), guidati da un moderatore che ha incalzato su tre dossier caldissimi: Porto Vecchio, sicurezza e nuovo sistema elettorale. Ne è uscita una discussione tesa ma civile, con visioni opposte e qualche punto di contatto.

porto vecchio: cittadini o investitori?
Rescigno: «Regione, Comune e Autorità portuale lavorano in sinergia: tra PNRR e ministeri parliamo di circa 380 milioni già in campo. Ora c’è una manifestazione d’interesse privata da 620 milioni: si può arrivare a un miliardo complessivo e chiudere i lavori entro 10 anni. L’area (65 ettari) avrà spazi pubblici e privati: due piazze, una spiaggia, ciclabili, posti barca (circa 4.500), studentato (300 posti), 200 appartamenti, servizi “trigenerazionali” (nido, famiglie, senior autosufficienti), alberghi, ristorazione, piscina, spa e perfino una discoteca. Non un luogo d’élite, ma fruibile e “popolare”. Gli investimenti creano lavoro e benessere: è così che una città cresce.»
Sclip: «Le promesse fanno sognare, ma temo poco spazio davvero libero per i cittadini. Abbiamo chiesto in Consiglio che almeno il 20% delle spiagge resti pubblico: risposta negativa. Il rischio è replicare modelli inaccessibili nei costi, con servizi quasi tutti a pagamento e una ricaduta limitata sulla città: utili agli investitori, lavori spesso sottopagati per i residenti. Bene passeggiare sul mare fino a Barcola, ma senza metri reali di spiaggia libera il segnale non è buono.»

sicurezza: più controllo o più prevenzione?
Sclip: «Tema complesso: prevenzione e repressione devono camminare insieme. Servono educatori di strada, luoghi d’incontro vigilati nei rioni, relazioni che riducano il conflitto sociale. Poi sì, regole e sanzioni uguali per tutti. Oggi però si enfatizza il lato repressivo e si trascura la prevenzione: è rincorrere i problemi a cancelli già aperti.»
Rescigno: «La sicurezza è un diritto inviolabile. Non giriamo attorno: alcuni fenomeni legati all’immigrazione hanno cambiato la città. Prevenzione sì, ma certezza della pena e presidi dove servono, là dove scoppiano risse o aggressioni. Gli educatori siano presenti nei punti caldi, altrimenti l’effetto è nullo. Comune e Regione hanno margini limitati: servono leggi nazionali più efficaci per non trasformare Trieste in un polo d’attrazione di irregolarità.»

DI SEGUITO IL VIDEO

RIPRODUZIONE RISERVATA

Guarda il video

IL VIDEO