Futura: “Vaccini, è trascorso un anno, ma poco è cambiato"

Il Movimento Futura ha tenuto una conferenza stampa dal titolo“Vaccini, è trascorso un anno, ma poco è cambiato" alla quale sono intervenuti il candidato sindaco del Movimento, Franco Bandelli, il coordinatore provinciale, Michele Sacellini, il consigliere comunale Roberto de Gioia, il dottor Giulio Bonivento (già Primario della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia degli "Ospedali Riuniti" di Trieste) e gli esponenti del Movimento Mario Bassanese, Francesca Benericetti, Rina Anna Rusconi e Francesca Borgheggiano.
 
“Proprio oggi – hanno riferito gli esponenti del Movimento – si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19. A distanza di un anno però siamo di nuovo chiusi in casa, sono di nuovo giorni difficili, ci troviamo di nuovo a dover rimpiangere quella libertà che per gran parte della nostra vita abbiamo considerato dovuta, ovvia, addirittura senza alcun particolare valore”.
“Stiamo attraversando una terribile pandemia – ha esordito Michele Sacellini - dove l’aspetto medico-scientifico va affrontato da parte del personale preposto a farlo, ma la politica ha il dovere di predisporre una risposta organizzativa all’altezza della situazione, con maggiore impegno rispetto a quanto fatto finora”.
 
“Oggi, a Trieste e nel Fvg – ha affermato il dottor Giulio Bonivento, già Primario della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia degli "Ospedali Riuniti" di Trieste - possiamo tranquillamente dire che tutto va male, anzi, malissimo. Infatti proprio oggi l’assessore regionale alla Sanità ha comunicato che, alle restrizioni legate alla zona rossa in cui siamo precipitati, si aggiunge la sospensione dei trattamenti chirurgici urgenti. Formula elegante per dire che da oggi per un tempo “X” verrà curato solamente chi sta per morire”.
“Uno splendido risultato – ha proseguito Bonivento - che fa pienamente onore alla gestione “illuminata” di una giunta che, alle ultime elezioni, ha costruito tutta la sua campagna elettorale contro la riforma sanitaria del precedente esecutivo di centrosinistra, tranne poi emanare un provvedimento di fatto esclusivamente estetico, ma, che, sostanzialmente, la riconfermava quasi integralmente".
"Oggi, proprio oggi, nella Giornata che ricorda le vittime italiane del Covid, è ineludibile tracciare una valutazione oggettiva e laica delle ragioni che ci hanno portato allo sfascio attuale. Che, è bene ricordarlo, consiste nella permanenza da tempo della regione nell’alta classifica tra quelle più colpite dalla pandemia, con un numero di morti (rispetto alla popolazione) tra i più elevati in Italia; gli ospedali soprasaturi, le rianimazioni occupate da casi Covid ben oltre il limite della soglia massima, il personale ospedaliero ai limiti della resistenza e la medicina territoriale in crisi, completano il quadro delle pessime condizioni in cui oggi il nostro sistema sanitario è stato ridotto".
"La domanda a questo punto, non per polemica, ma per cercare di raddrizzare una barca che sta facendo acqua da tutte le parti, è solo una: perché?. Responsabilità dei cittadini, come qualche politico di alto livello ha fatto trasparire? Onestamente è difficile affermarlo, in una regione di soli 1.200.000 abitanti, da sempre culturalmente rispettosi delle regole di convivenza civile. Responsabilità del virus? Ovviamente no. Lui è il nemico da battere, non l’alleato che ci aiuta. E allora non resta altro che valutare l’azione svolta finora da tutta la catena di comando, dal governo centrale (Conte 2 con Pd e 5 Stelle) a quello regionale, fino a quelli comunali. I primi due sono caratterizzati da grandi annunci, solenni promesse e grandi incompiute.
Basti pensare, per mantenere il fuoco sul fallimento della campagna contro il Covid, al flop della prima T, il tracciamento. Fallito, per lo meno in Fvg, un po’ per il flop dell’app Immuni, naufragata sotto le critiche di tutti i partiti dell’arco costituzionale e molto per l’organizzazione insufficiente in ambito regionale. “La modesta qualità del tracciamento, a un certo punto completamente saltato, è stata probabilmente – ha dichiarato Bonivento - la causa più importante per il contenimento mancato della pandemia in Fvg”.
Ma neanche la seconda T, il trattamento, nella nostra regione brilla per razionalità e omogeneità. Accanto ad eccellenze come Rianimazione e Pneumologia dell’Ospedale di Cattinara a Trieste, è mancata totalmente l’omogeneità di trattamento a livello territoriale, tanto da non aver ancora provveduto a stilare chiare linee guida sul comportamento terapeutico nelle prime fasi della malattia, e quindi allentare la presa sui ricoveri ospedalieri, che rappresentano il collo di bottiglia della sanità regionale.
Il discorso si potrebbe ulteriormente allargare sulla qualità dell’organizzazione regionale".
“Per concludere – ha riferito ancora Bonivento - va segnalata la discrasia evidente tra il comportamento attento e generoso dei sindaci dei piccoli Comuni, e la sostanziale assenza, viceversa, dei sindaci delle città più grandi, che si sono probabilmente scordati di essere i garanti della salute dei loro concittadini”.
 
“A distanza di un anno dall’inizio di una tragedia che sconvolto il nostro Paese siamo punto e a capo. Credo – ha concluso il candidato sindaco, Franco Bandelli - che certe scelte dovessero essere fatte con largo anticipo soprattutto nei mesi intercorsi tra il primo lockdown e la seconda ondata ci sarebbe stato tutto il tempo per organizzare meglio la macchina sanitaria. Ribadendo piena fiducia nel personale medico, sanitario e infermieristico e credendo che la campagna vaccinale debba continuare a tamburo battente, ci facciamo relatori della volontà della nostra società, e della nostra città e regione in particolar modo, di tornare a una vita normale. Non vorremmo che, tra sei mesi, dovessimo assistere allo svuotamento degli ospedali ma, ahimè, al contempo, alla riapertura dei manicomi”.